La bassista punk battuta dal cancro

La musicista aveva raccontato il suo calvario senza speranza

La bassista punk battuta dal cancro

Un lutto che va oltre la musica. Elisabetta Imelio è morta a bruciapelo, senza che nessuno se lo aspettasse, nella notte tra sabato e domenica al Centro di Riferimento Oncologico di Aviano in provincia di Pordenone. È stata un'eroina della scena musicale indipendente che è stata capace di raccontare pubblicamente la propria odissea senza scadere nell'autocommiserazione né nella ricerca di solidarietà farisaica. Aveva 44 anni e la vita non le è stata lieve. A neanche quarant'anni aveva scoperto un tumore al seno, combattuto con chirurgia, chemioterapie e cure ormonali, poi si è ritrovata a combatterne un altro al fegato.

Elisabetta Imelio, capelli neri e una attitudine rock, era diventata famosa per una generazione di ragazzi con i Prozac+ che nel 1998 volarono in classifica e in radio con un brano diventato poi inno generazionale. Acida era la canzone pop punk perfetta per quel tempo fatto di Mtv e di fuga dai cliché italiani. Era lontana dal cantautorato e vicina a quei suoni secchi e ribelli che arrivavano dalla California e in pochissimo tempo è stata adottata da chi era cresciuto con il grunge e con Green Day, Offspring o Rancid. Insomma, in pochi mesi la band formata a Pordenone ha venduto quasi duecentomila copie con l'album Acido Acida, che è presente nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre secondo Rolling Stone Italia. Un successo istantaneo che non si è più ripetuto, come spesso accade a chi intercetta per un attimo lo spirito del tempo e poi prosegue per altre strade. Quella di Elisabetta Imelio è sempre stata di fianco a Gian Maria Accusani che con lei ha anche fondato i Sick Tamburo.

Ma fin qui sono «soltanto» storie musicali. Elisabetta Imelio si trasforma in un simbolo quando incrocia la maledizione del cancro. Lei ne parla. Non lo nasconde. E quando Gian Maria Accusani aveva scritto il brano La fine della chemio sembrava che il peggio fosse passato.

«Quando l'ho ascoltata per la prima volta in macchina - ha detto lei - è stato un istante più potente della chemio, degli antidepressivi, degli incontri con la psicologa e di mille terapie coadiuvanti». A 44 anni appena compiuti è una delle figure di spettacolo che sono riuscite a portare il proprio dolore al servizio della speranza di chi si trova nelle stesse condizioni.

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