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Ecco cosa rivela il nervosismo dietro l'ultimo post di Grillo

Beppe Grillo è nervoso e il suo ultimo post lo dimostra: da più parti il reddito di cittadinanza viene attaccato e il garante del M5s non ci sta

Ecco cosa rivela il nervosismo dietro l'ultimo post di Grillo

Sul reddito di cittadinanza nelle ultime ore è piovuto anche quello che, da un certo punto di vista può essere considerato fuoco amico. Beppe Sala è entrato a gamba tesa in un post contro la misura grillina, rilevando come sia stata una concausa dell'attuale crisi del mondo del lavoro. Un attacco che, insieme agli altri che sono arrivati nei giorni precedenti e all'emendamento passato in parlamento, che stabilisce la decadenza del rdc in caso di rifiuti di valide proposte di lavoro nel privato, ha fatto innervosire Beppe Grillo. Le acque sono già molto agitte dalle parti del Movimento e lo smantellamento ha ulteriormente scosso il garante del M5s, che dal suo blog ha sbottato contro chi attacca il reddito di cittadinanza.

"Basta con il reddito di cittadinanza! Non si viene a capo di niente. Circa 1,5 milioni di nuclei familiari beneficiano del rdc, con 3,3 milioni di persone coinvolte. I poveri stanno raggiungendo la cifra record di 11 milioni. Undici milioni di persone che si riproducono in modo esponenziale, fanno figli e impoveriscono il resto della popolazione che manda avanti questo Paese", ha scritto sarcastico l'Elevato. Nel suo blog, poi, Beppe Grillo aggiunge: "È stato un nostro errore. Basta con questo voler contrastare la povertà. La povertà è un sotterfugio utile per far progredire il Paese. Che i poveri tornino ad essere invisibili e a sbrigarsela da soli".

Una reazione così scomposta, come tante ce ne sono state da parte di Beppe Grillo nel corso degli ultimi anni, stavolta potrebbe avere due spiegazioni plausibili. Il garante del Movimento 5 stelle sta vivendo un momento di grande crisi con il suo partito. La scissione messa in atto da Luigi Di Maio ha completamente rotto tutti gli instabili equilibri che da tempo minacciavano un'implosione all'interno del M5s. Il ministro degli Esteri se n'è andato portando con sé oltre 60 parlamentari, un numero molto elevato che ha azzoppato il partito, che non è più componente di maggioranza del governo Draghi e che si vede depotenziare l'unica sua misura ancora in piedi.

Come se non bastasse, l'emendamento che cambia il sistema di funzionamento del reddito di cittadinanza arriva a meno di un anno dalle elezioni per il rinnovo del parlamento, che rischiano di essere una vera debacle per il Movimento 5 stelle. Alle precedenti elezioni, il Movimento è riuscito a superare il 30% delle preferenze anche grazie alla promessa del reddito che avrebbe "abolito la povertà". In tanti hanno creduto alle parole di Grillo & co.

e la prossima volta potrebbero non farlo.

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