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Beneficenza agli assassini. La strategia degli "zakat"

Ricostruito il sistema con cui gli imam invitano predicatori stranieri e organizzano cortei ed eventi per raccogliere soldi per la lotta

Beneficenza agli assassini. La strategia degli "zakat"
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L'inchiesta della Dda di Genova ha scoperchiato un fiume di denaro contante dietro l'Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese (Abspp) e altre due a questa collegate, con cui Mohammad Hannoun e le altre sei persone finite in manette avrebbero finanziato direttamente anche "l'ala militare" di Hamas, e non la popolazione civile di Gaza, come invece sbandierato nelle raccolte fondi. I pm contestano sette milioni di euro inviati ad Hamas a partire dal 2001 ma soprattutto dopo il massacro del 7 ottobre 2023. La cifra però è da intendersi per difetto, visto che, come emerge dalle intercettazioni, dietro alle sedicenti associazioni di beneficenza si muoverebbero soprattutto cash di cui si sono perse le tracce. Una mole di denaro che la presunta cellula italiana di Hamas avrebbe raccolto attraverso le donazioni di fedeli e sostenitori (lo "zakat", cospicue elemosine raccolte nelle moschee), spacciandole per aiuti umanitari. Il 71 per cento di quanto ottenuto, sarebbe stato indirizzato alle "attività criminose" e non civili dell'organizzazione terroristica di Gaza. I soldi venivano consegnati al capo della cellula Hannoun stipati in zaini e valigie e provenivano dalle moschee e dalle comunità islamiche di tutta Italia. Per il tramite dei referenti, veri "collettori" di denaro dai diversi territori, dalla Lombardia alla Sicilia.

Per i pm siamo di fronte a una struttura "organizzata". Che investe anche nella "propaganda" per la causa palestinese, "funzionale", scrivono gli investigatori, alla stessa raccolta fondi. Da qui il sostegno al sito di informazione Infopal, ma anche la messa in campo di "campagne finalizzate" a raccogliere aiuti per la popolazione palestinese ma che "sono poi destinati ad Hamas". La rete italiana, per non destare sospetti, avrebbe usato anche "terze persone" ignare, come avvenuto durante la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa dell'associazione di Hannoun, "Il convoglio della pace per Gaza" del febbraio 2024, in una sala della parrocchia di San Lorenzo in Lucina a Roma. Visto che Hannoun aveva già i conti bloccati, come riferimento per le donazioni è stato dato l'iban bancario dell'ultramaratoneta italiano, Modestino Preziosi, indicato dal palestinese quale "garante della missione" per Gaza. Preziosi è estraneo all'inchiesta.

Dall'analisi dei movimenti bancari, dal 2010 al 2024, l'Associazione avrebbe speso per "propaganda e pubblicità complessivi 533mila euro di cui, una quota rilevante, pari a circa il 60% del totale per Infopal". Ma le somme potrebbero essere più alte visto che "l'operatività dell'associazione avviene in gran parte in contanti". Le offerte di denaro sarebbero state raccolte nelle moschee, in occasione di "sermoni incendiari", come vengono definiti negli atti, da parte di vari imam. Alcuni stranieri, invitati per le prediche. Come quelli di uno degli indagati, Abdelrahim Albustanji, dipendente dell'associazione di Hannoun ma anche uno dei referenti "europei" della cellula, che si muoveva tra Italia, Norvegia e Giordania. Albustanji, stando alle annotazioni degli investigatori, avrebbe raccolto il denaro "in occasione dei sermoni, che tiene durante i suoi viaggi in Italia e che pubblica anche sulla pagina Tik Tok". Nei server dell'associazione è stato recuperato un file denominato "Conto Gaza", che riporta tutti i soldi raccolti divisi per città e per referente. Al nome di Albustanji è associata la cifra di 248mila euro.

Ma il frontman degli incassi è Adel Abu Rawwa, riferimento per le donazioni nel Nord Est, capace di consegnare 900mila euro in pochi mesi: "Tu da solo in 8 mesi hai fatto quello che non si è mai raccolto in 3-4 anni", si complimenta Hannoun, intercettato.

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