Lega e Forza Italia, le opposte strategie dei due leader

Nelle ultime settimane Berlusconi e Salvini hanno preso direzioni diametralmente opposte. Si fatica a vedere un centrodestra unito

Lega e Forza Italia, le opposte strategie dei due leader

La fotografia di un centrodestra che fa ancora troppa fatica a capirsi sta tutta nelle direzioni diametralmente opposte prese in queste settimane da Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Il primo, fedele alla sua ventennale storia politica, continua a fare il possibile per conciliare e tenere insieme posizioni eterogenee, dentro Forza Italia ma anche all'interno dell'area di centrodestra. «Concavo e convesso», per usare un'espressione cara all'ex premier e che dà abbastanza l'idea del suo approccio alla politica come arte della mediazione. Il secondo, devoto al rito bossiano secondo cui non si fanno prigionieri, è decisamente più intransigente e per nulla avvezzo alla mediazione. La soluzione drastica del braccio di ferro con Flavio Tosi ne è la conferma, non tanto perché dimostra che Salvini ha preferito l'intransigenza alla diplomazia, quanto perché la rottura tra il segretario della Lega e il sindaco di Verona rischia di incidentare non poco la corsa alla riconferma di Luca Zaia in Veneto.

Insomma, se Berlusconi ha fatto il possibile per tenere dentro anche il Ncd in vista del voto in Campania (dove il governatore uscente Stefano Caldoro ha un margine di vantaggio che non fa dormire sonni tranquilli), Salvini pur avendo un problema analogo in Veneto non ci ha pensato due volte ed è andato allo scontro frontale. Certo, per l'unico candidato governatore di Forza Italia l'apporto del partito di Angelino Alfano potrebbe essere decisivo, mentre i sondaggi sembrano dare a Zaia un certo vantaggio anche senza il sostegno di Tosi. Ma è fuor di dubbio che l'immagine di litigiosità che ne viene fuori e il clima da resa dei conti non siano affatto salutari per la Lega, tanto che il governatore uscente Zaia si è saggiamente tenuto lontano dalla querelle .

Due approcci, quello di Berlusconi e quello di Salvini, che sono dunque lontani anni luce. Con il leader di Forza Italia continua a predicare «unità» e che vorrebbe nuovamente «federare» l'area di centrodestra e il secondo che invece gioca al rialzo al punto che ieri è arrivato ad affondare colpi prima su Denis Verdini («rappresenta da anni l'inciucio con Renzi») e poi su Berlusconi («pensare a lui come leader del centrodestra significa tornare indietro»).

Un approccio, quello di Salvini, da campagna elettorale che andrà avanti fino alle regionali di maggio. Poi, quando l'orizzone sarà quello delle politiche, l'approccio del segretario leghista è probabilmente destinato a cambiare.

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