Elezioni Regionali 2020

"FI alternativa a sinistra. Il referendum? Solo demagogia..."

In una lunga intervista a La Nazione, Silvio Berlusconi ha espresso il suo apprezzamento per Susanna Ceccardi e ha indicato la strada per far uscire l’Italia dalla crisi economica

"FI alternativa a sinistra. Il referendum? Solo demagogia..."

Serve del tempo ma anche in politica tutto cambia. Solo pochi anni fa pensare che il centrodestra potesse vincere in Toscana, una delle Regioni più rosse d’Italia, pareva pura follia. Ma nella vita nulla è per sempre. La possibilità che al voto del 20 e 21 settembre Susanna Ceccardi, la candidata sostenuta da tutto il centrodestra, possa diventare il nuovo governatore della Toscana esiste e non è esigua. La sconfitta ella sinistra nella roccaforte rossa sarebbe un evento per certi versi storico. "È la realtà del Paese, non solo la Toscana, a essere profondamente mutata in questi anni. Non esistono più roccaforti della sinistra inespugnabili. La sinistra anche nelle regioni rosse ha dimostrato di essere un sistema di potere sempre più lontano da ogni idealità e dagli interessi dei cittadini. Gli elettori lo hanno capito", ha spiegato Silvio Berlusconi parlando a "La Nazione"

Il leader di Fi si dice certo che la candidatura dell’esponente della Lega scontenti gli elettori più moderati. "Susanna Ceccardi, oggi europarlamentare, è stata anche un ottimo sindaco e ha dimostrato concretezza e determinazione nell'affrontare i problemi dei cittadini. La apprezziamo - ha continuato Berlusconi - e la sosteniamo per questo. Naturalmente lei è espressione di una forza politica alleata ma diversa dalla nostra e ne usa il linguaggio. Siamo una coalizione nella quale Forza Italia, determinante per vincere e per governare, è garante dei valori cristiani, liberali, europeisti, garantisti".

L’ex premier, poi, ha smorzato le polemiche scoppiate all’interno di Fi dopo le dimissioni del coordinatore regionale azzurro, Stefano Mugnai, in polemica per la scelta del capolista di Firenze. "Mugnai ha collaborato lealmente fino all'ultimo giorno alla preparazione di liste forti e competitive ed oggi è impegnato come tutti nella campagna elettorale per Forza Italia. Siamo una squadra della quale Stefano è parte essenziale, aldilà dei ruoli. Del resto sono certo che il nuovo coordinatore Massimo Mallegni possa ricomporre le incomprensioni e le divergenze di opinione, che sono fisiologiche in un grande partito liberale", ha sottolineato Berlusconi.

Al leader azzurro, però, non piacciono le voci che darebbero Fi, in un prossimo futuro, sostenere il governo Conte. Berlusconi, pur firmando con Matteo Salvini il patto anti-inciucio proposto da Giorgia Meloni, sulla questione è categorico. "Trovo sconcertante- ha spiegato- già solo dover smentire quello che è impossibile e che i nostri alleati naturalmente non si sono mai sognati di ipotizzare. Vorrei ricordarle che il patto di cui lei parla riguarda innanzitutto un accordo per il futuro governo del Paese basato su temi fondamentali per i cittadini, molti chiesti espressamente da Forza Italia, quali la ripartenza delle grandi opere e la riforma della giustizia".

Il leader azzurro rimarca che Forza Italia "non ha ovviamente bisogno di alcun patto "anti-inciucio". Non siamo stati certo noi a sostenere il primo governo Conte". "Sono sceso in campo nel 1994- ha ricordato Berlusconi- per impedire, riuscendoci, agli eredi del Pci di prendere la guida del Paese. Non ho mai cambiato idea e non la cambio certo oggi: Forza Italia è l'espressione in Italia del Partito Popolare Europeo, la grande famiglia del centro alternativo alla sinistra, a qualunque sinistra".

Il campo progressista avversario ma il Cavaliere ammette di provare stima per Matteo Renzi. Una apprezzamento che, ha spiegato il leader di Fi, "non è mai venuto meno nonostante abbia commesso diversi errori, l'ultimo dei quali far nascere e tenere in piedi il governo più a sinistra della storia della Repubblica. Tuttavia il tentativo da lui compiuto di tagliare le radici comuniste della sinistra è un merito che gli va riconosciuto. Lo dico ben consapevole del fatto che non militiamo nello stesso campo”.

Sul referendum per il taglio dl numero di parlamentari, il Cavaliere confessa che non ha ancora preso una posizione decisa perché sta riflettendo su come agire. "Il taglio dei parlamentari- ha sottolineto- lo avevamo già realizzato noi con la riforma costituzionale del 2006, cancellata dalla sinistra con un referendum. Era un taglio che si inseriva in una riforma organica della democrazia parlamentare. Fatto così, come lo vogliono i grillini, rischia di essere solo un atto di demagogia che limita la rappresentanza, riduce la libertà e la nostra democrazia".

Per quanto riguarda l’emergenza sanitaria, Berlusconi afferma di aver paura da un punto di vista generale e pertanto, invita tutti alla cautela perché se il "virus dovesse nuovamente dilagare sarebbe una catastrofe umanitaria ed economica senza precedenti". Ma il grande timore espresso dal leader di Fi riguarda la crisi economica. "Dico questo anche alla luce della palese incapacità del governo di dare una risposta alle categorie economiche già messe in grave difficoltà da quanto accaduto nei mesi scorsi". Berlusconi indica quale sia la strada per uscire dal tunnel: "Meno tasse, meno tasse, meno tasse. Non è una semplificazione: solo un serio shock fiscale può rimettere il sistema delle imprese in grado di fare utili e di creare posti di lavoro. Mi capita spesso di parlare con imprenditori, con professionisti, con commercianti, con lavoratori angosciati per il loro futuro e per quello delle proprie famiglie, delle proprie aziende. Devono sapere che noi siamo al loro fianco, che parliamo la loro stessa lingua".

Ma ci sono anche altre questioni che attanagliano il nostro Paese e che non lasciano tranquillo l’ex premier.

"L'oppressione fiscale, l'oppressione burocratica, l'oppressione giudiziaria, sono i demoni che soffocano il futuro del nostro Paese e in particolare delle giovani generazioni", ha concluso Berlusconi.

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