A Silvio Berlusconi i dirigenti impegnati nella campagna elettorale sul territorio assicurano che i segnali sono buoni, che c'è partecipazione e mobilitazione del popolo azzurro. Ma il leader sa che la battaglia del 26 maggio non è difficile, di più. E ogni giorno parla agli elettori da tv e giornali, spiega il programma per l'Europa, attacca il governo gialloverde, incalza Matteo Salvini perchè ritorni al centrodestra. La strada è in salita, perchè Forza Italia alle europee del 2014 ha avuto il 16,8% (14,01 alle politiche) e 13 eurodeputati, mentre ora è in crescita attorno al 10-12% (7-9 parlamentari). Berlusconi, però, è fiducioso di poter raddoppiare questo dato con il suo personale appeal. Batte su un punto: FI è l'unico partito italiano nel gruppo del Ppe (che si prevede ancora maggioritario)e avrà un ruolo determinante per riformare l'Ue. E questo è l'unico voto «utile» per ricostruire a Bruxelles come a Roma un centrodestra unito. «La Lega -avverte leader azzurro, in un'intervista a TgCom24- potrà avere anche 20 eurodeputati, ma non appartiene alle grandi famiglie di Ppe e Pse e resterà in un angolo. Voglio convincerli a collaborare con i popolari per cambiare l'Europa insieme».
L'alleanza alternativa alla sinistra in cui vuole attirare Salvini, comprende Viktor Orban. «Vorrei che rimanesse nel Ppe». Il Cav sottolinea il rapporto «di amicizia e affetto» che lo lega al premier ungherese. «Quando altri vanno a trovarlo - spiega con un chiaro riferimento a Salvini e Meloni-, Orban chiede sempre: Come sta Silvio?».
Il leader si batte contro i nemici di M5S e Pd, ma sa che deve difendersi anche dagli amici di coalizione, che tentano di succhiargli voti. Dice che FI rappresenta i valori dell'Occidente, mentre gli altri partiti, anche quelli di centrodestra, no. In un'intervista a QN insiste sui «gravissimi» errori della Lega, tutti «cedimenti» ai 5Stelle, dal reddito di cittadinanza, al decreto dignità. Si aspetta da Salvini una bocciatura del governo gialloverde dopo il 26 maggio, per andare al voto se non si troverà in parlamento una maggioranza a sostegno del centrodestra.
Se non sarà così, avverte sul CorSera,il presidente dell'Europarlamento e numero 2 di FI Antonio Tajani, «significa che votare Lega è la stessa cosa che votare M5S: non cambia nulla e nulla cambierà». Sull'alleanza con i sovranisti presentata a Milano da Salvini, spiega che «non può essere la soluzione ai problemi italiani», ma condanna all'isolamento e all'irrilevanza. Ieri c'era anche Giorgia Meloni, che più esplicitamente del solito parlava di maggioranza Lega-FdI senza Fi e Tajani le riserva una stoccata: «Cerca di dividere il centrodestra solo per raggiungere la soglia del 4%».
Berlusconi è molto irritato per la campagna «aggressiva» verso FI della leader di FdI . «Ha un piccolo partito- ragiona con i suoi, ad Arcore, prima di partire per Roma- e alza i toni per guadagnare qualche voto, ma certe frasi...». Lei lo critica pure sull'ipotesi di Mario Draghi premier (in realtà,una forzatura del Mattino), e il Cav chiarisce di aver solo detto «che potrebbe fare bene in qualsiasi alta responsabilità in Italia». Taccia di «tradimento» la Meloni Licia Ronzulli, fedelissima del leader: «La gratitudine è merce rara».
La vicepresidente della Camera Mara Carfagna raddoppia: «Se Lega e Fdi demoliscono il centrodestra, consegnano l'Italia alle sinistre vecchie e nuove». Per Anna Maria Bernini, capogruppo al Senato, la «menzogna più grossa è che FI intenderebbe allearsi col Pd».
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