Altro che ictus: per Pierluigi Bersani "la sofferenza vera" è iniziata dopo la malattia. Cioè quando "come prima cosa ho dato la fiducia a Renzi".
Il nuovo attacco al segretario Pd arriva dalle colonne di Vanity Fair: nell'intervista il fondatore di Mdp definisce Matteo Renzi "un narciso che pecca in umiltà". "L’ultima volta che l’ho visto è stata la sera prima dell’elezione di Mattarella al Quirinale", spiega nell'intervista, "Da allora, mai più sentito. Ma il mio telefono è sempre acceso".
Al settimanale Bersani racconta anche il suo tentativo - fallito - di formare un governo dopo che il Pd vinse di misura le elezioni nel 2013. "Avevo già tutto in testa", dice, "La prima cosa che avrei annunciato a sorpresa, dopo il primo Consiglio dei Ministri, sarebbe stata lo Ius Soli. Azzecco tutto sul medio periodo, ma inciampo nella cronaca. Dopo ho raggiunto qualcuno dei 5 Stelle. Gli ho detto: Voi che guardate tanto la Rete, andate su Wikipedia e cercate il significato della parola Diciannovismo. È l’insieme dei fenomeni che hanno preceduto la nascita del fascismo".
E poi arrivò la "mazzata": Romano Prodi fu "impallinato" da 101 franchi tiratori che non lo votarono al Quirinale. "Erano un po’ meno di 80", assicuta però Bersani, "Un giorno magari dedicherò loro un libro. Metà volevano fare fuori Prodi, l’altra metà me".
Infine l'ictus: "Pensavo di non farcela", ammette, "Sono arrivato sulla soglia della morte.
E una volta lì ho capito che non è un momento così difficile. Non fumo più il sigaro. Una volta, a 18 anni, provai anche una canna. Feci un tiro, ma aveva un sapore troppo dolciastro. Tornai alle mie Nazionali senza filtro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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