Politica estera

Biden dà gli F16 ai turchi, ok alla Svezia

Telefonata a Erdogan, via libera all'ingresso di Stoccolma nella Nato

Biden dà gli F16 ai turchi, ok alla Svezia

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Dopo la Finlandia anche la Svezia si appresta a entrare nella Nato. «È possibile» che l'adesione di Stoccolma nell'Alleanza Atlantica venga decisa al vertice dell'Alleanza a Vilnius nel prossimo luglio. «Stiamo lavorando con forza perché avvenga il prima possibile», dice il segretario generale della Nato, il norvegese Jens Stoltenberg, secondo cui «c'è una finestra ora, soprattutto dopo le elezioni turche e con la costituzione del Parlamento turco». «Non abbiamo alcuna certezza, naturalmente parliamo di decisioni sovrane da parte di un parlamento nazionale. Il mio messaggio è che è possibile raggiungere il fatto di avere la Svezia come pieno membro Nato per il vertice di Vilnius», ha sottolineato Stoltenberg. L'auspicio è comunque che tutto si concluda felicemente: «Sono in stretto e costante contatto con le autorità turche per garantire che la Svezia diventi un membro a pieno titolo della Nato il prima possibile», cosa che sarebbe importante «per l'intera regione nordica e baltica» ed «per la stessa Nato».

Tra i Paesi che più osteggiano l'ingresso della Svezia nella Nato c'è la Turchia di Recep Tayyip Erdogan, appena rieletto alla guida del Paese. La ragione è il fatto che secondo Abnkara la Svezia fiancheggerebbe i curdi del Pkk, che Erdogan ritiene terroristi. «Se sono seri riguardo alle preoccupazioni della Turchia rispetto all'entrata di Stoccolma nella Nato «le autorità svedesi devono impedire di dimostrare ai membri del Pkk», ha affermato ieri Fahrettin Altun, il direttore delle comunicazioni di Erdogan, secondo cui Stoccolma «ha fatto domanda per fare parte della Nato» ed «è completamente inaccettabile che terroristi del Pkk continuino ad operare liberamente in Svezia». Altun si è augurato che «sia messa in pratica in modo appropriato la nuova legge anti terrorismo» approvata da Stoccolma, «che entra in vigore il 1° giugno». La Turchia è l'unico Paese membro dell'Alleanza atlantica, assieme all'Ungheria, a non avere ancora ratificato i protocolli di adesione alla Nato di Stoccolma e ha chiesto alla Svezia l'estradizione di decine di sospetti ritenuti terroristi da Ankara in cambio del via libera.

Tra gli strumenti di pressione che gli Stati Uniti stanno utilizzando per ammorbidire Ankara, c'è il tema della fornitura degli F-16, i caccia da combattimento costruiti da Lockheed Martin, azienda statunitense. Ieri il presidente americano ha parlato con il collega turco per complimentarsi con la sua vittoria al ballottaggio ed è sembrato piuttosto esplicito: «Ho parlato con Erdogan, ci chiede gli F16 e gli ho ricordato dell'allargamento alla Svezia. Anche lui vuole l'accordo ed è il tempo di concludere. Ne riparleremo», ha l'inquilino della Casa Bianca. Il nodo per il semaforo verde potrebbero essere proprio i 40 aerei da guerra F16 di nuova generazione e i 40 kit per modernizzare quelli in uso da Ankara che Biden ha promesso a Erdogan, ma che il Congresso Usa ha congelato su pressione della Grecia.

Tutto potrebbe decidersi a Vilnius, capitale della Lituania dove il prossimo 11 luglio si svolgerà il vertice Nato, L'impressione è che il sì del Sultano, come accaduto per la Finlandia, arriverà, ma che Erdogan cercherà di andare all'incasso, chiedendo garanzie sulla fine del sostegno americano alle milizie curde Ypg nel nord della Siria e insisterà con le estradizioni di presunti elementi del Pkk fuggiti in Svezia negli anni Ottanta e Novanta. Nomi su cui pendono condanne pesanti emesse in Turchia. Da parte sua Erdogan, in uno dei primi discorsi dopo la vittoria elettorale, manda messaggi chiari: «I tentativi di guidare la politica con il terrorismo non hanno dato frutti.

Tutti i cittadini che sentono di appartenere a questa terra hanno vinto queste elezioni».

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