Biden e la guerra di Bibi: "La usa per stare al potere"

In serata la rettifica: "Netanyahu cerca di risolvere un problema grave". Hamas: fine guerra o niente intesa

Biden e la guerra di Bibi: "La usa per stare al potere"
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Ci sono «tutte le ragioni» per ritenere che Benjamin Netanyahu stia prolungando la guerra contro Hamas a Gaza per motivi politici. Nel giorno in cui Hamas annuncia che non accetterà alcun accordo per la liberazione degli ostaggi senza la fine della guerra, Joe Biden sferza il premier israeliano in un'intervista a Time e rivela anche il motivo di maggiore disaccordo con l'alleato. «Non ho intenzione di commentare su questo, ma ci sono tutti gli elementi perché le persone traggano questa conclusione», ha affermato il presidente americano rispondendo a una domanda specifica e precisando che, prima del conflitto, Netanyahu stava affrontando un contraccolpo per aver voluto una revisione del sistema giudiziario. Il comandante in capo poi corregge il tiro, sembra fare dietrofront: «Non penso che Benjamin Netanyahu stia facendo politica con la guerra - ha risposto ieri alla domanda di un giornalista - Penso che stia cercando di risolvere un problema grave».

L'intervista con i commenti sferzanti su Netanyahu è stata realizzata il 28 maggio, quando Biden non aveva ancora annunciato la bozza di accordo per il cessate il fuoco a Gaza, e dopo la sua pubblicazione, ieri, il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby ha tentato di ridimensionare in parte la frase che l'inquilino della Casa Bianca ha pronunciato su Bibi e i motivi politici: «Il presidente è stato molto chiaro nella sua risposta a Time, spetta al premier spiegare le sue politiche. Per il resto, anche se non sono d'accordo su tutto, lui farà in modo che Israele abbia tutto il necessario per difendersi da Hamas». Biden ha anche spiegato al settimanale Usa che non c'è certezza su presunti crimini di guerra a Gaza da parte delle forze israeliane e ha sottolineato che il suo principale contrasto con il premier riguarda il futuro della Striscia dopo la fine della guerra. «Cosa succederà? Ho parlato con gli egiziani e con i sauditi. Ho parlato con i giordani, con gli emiratini - ha proseguito Biden - C'è bisogno di una soluzione a due stati, di una transizione verso una soluzione a due stati. E questo è il mio maggior disaccordo con Netanyahu». Precisando poi che «Bibi è sotto una forte pressione sugli ostaggi ed è pronto a fare di tutto per riportarli a casa».

Biden ha avuto un colloquio telefonico con l'emiro del Qatar, in cui ha «confermato che Israele è pronto a procedere sui termini offerti a Hamas». Secondo due funzionari Usa al «Times of Israel», il direttore della Cia William Burns e il funzionario della Casa Bianca Brett McGurk sono partiti per incontri a Doha e al Cairo, a cui si potrebbe aggiungere una tappa in Israele. Eppure in serata è arrivato il no di Hamas alla proposta. Per il gruppo estremista non è possibile accettare un'intesa che non garantisca il ritiro completo da Gaza e il cessate il fuoco permanente.

All'Onu, intanto, gli Usa hanno fatto circolare in Consiglio di Sicurezza una bozza di risoluzione a sostegno del piano di cessate il fuoco. Il testo «accoglie favorevolmente l'accordo annunciato il 31 maggio, invita Hamas ad accettarlo pienamente, ad attuarne i termini senza indugi e senza condizioni».

A breve Netanyahu dovrebbe parlare al Congresso Usa. Alcuni media avevano riferito come data il 13 giugno (quando Biden sarà in Puglia per il G7), ma l'ufficio del premier ha smentito affermando che il giorno non è stato fissato.

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