Politica estera

Biden sfida Big Pharma (e va a caccia di voti). "Basta riempirle di soldi"

Taglio dei prezzi per i primi 10 medicinali: risparmi fino a 160 miliardi per i contribuenti

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New York Joe Biden dichiara guerra ai colossi farmaceutici e presenta il suo piano per ridurre il prezzo delle medicine negli Stati Uniti. Il presidente americano, che sta concentrando la sua campagna per la rielezione alla Casa Bianca sull'obiettivo di alleviare i problemi finanziari degli elettori, ha lanciato ieri l'offensiva contro Big Pharma per abbassare drasticamente il costo dei farmaci, il più alto di qualsiasi economia avanzata, annunciando i primi dieci medicinali selezionati per una negoziazione dei prezzi.

Si tratta di farmaci tra i più comuni e cari, usati per curare problemi cardiaci, coaguli di sangue, diabete (il prezzo dell'insulina è tra le problematiche più sentite in questo ambito negli Usa), psoriasi e artrite, per i quali gli ultra 65enni hanno pagato di tasca propria 3,4 miliardi nel 2022. Il piano, secondo Pennsylvania Avenue, farà risparmiare a milioni di loro migliaia di dollari all'anno e ai contribuenti 160 miliardi di dollari quando sarà a regime. «Mentre l'industria farmaceutica realizza profitti record, milioni di americani sono costretti a scegliere tra pagare i farmaci di cui hanno bisogno per vivere o pagare cibo, affitto e altri beni di prima necessità. Quei giorni stanno finendo», ha promesso Biden, sottolineando che «per troppo tempo gli americani hanno pagato per i farmaci soggetti a prescrizione più di qualsiasi altra grande economia». Uno studio della Rand Corporation ha rivelato che gli Usa pagano in media 2,5 volte di più per i farmaci soggetti a prescrizione rispetto ad altri paesi, come la Francia. La riforma fa parte del più ampio «Inflation Reduction Act», un vasto programma di transizione energetica e riforme sociali, approvato con la leadership dei democratici al Congresso. «Una volta attuato il piano, i prezzi dei farmaci negoziati diminuiranno per circa 9 milioni di anziani, che ora pagano fino a 6.497 dollari all'anno di tasca propria per tali prescrizioni - ha precisato Biden - Inoltre, l'ufficio budget del Congresso, che è apartitico, prevede che ciò farà risparmiare ai contribuenti 160 miliardi di dollari riducendo l'importo pagato da Medicare per i farmaci attraverso la negoziazione e i rimborsi sull'inflazione».

Le negoziazioni per il primo gruppo di farmaci cominceranno quest'anno, ma i prezzi negoziati entreranno in vigore nel 2026. E la mossa ha ovviamente suscitato la protesta di Big Pharma. Uno dei medicinali presi in considerazione, l'anticoagulante Eliquis (apixaban), è utilizzato da oltre 3,7 milioni di beneficiari del Medicare (il programma di assicurazione sanitaria per gli ultra 65enni). Il laboratorio che lo produce, Bristol Myers Squibb, ha detto che i beneficiari di Medicare a cui viene prescritto «sono attualmente in grado di ottenerlo con costi vivi relativamente bassi, una media di 55 dollari al mese», ma l'iniziativa di Biden mette questa opportunità «a rischio». Mentre il gruppo Johnson & Johnson, che produce altri due dei farmaci in oggetto, ha affermato che la riforma «limiterà l'innovazione medica, l'accesso e la scelta dei pazienti e avrà un impatto negativo sulla qualità complessiva delle cure».

Il presidente Usa ha ribadito che il piano è una parte fondamentale della Bidenomics, la sua visione per far crescere l'economia dal centro e dal basso verso l'alto, e non viceversa: «E funziona - ha affermato - Ecco perché Big Pharma ha già intentato otto cause legali contro la mia amministrazione e ha speso quasi 400 milioni di dollari l'anno scorso per cercare di fermare i nostri progressi, ma sia chiaro, non arretrerò».

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