"Il bimbo non ha più attività cerebrale"

I medici verificano la morte. La mamma che lo ha scosso rischia l'accusa di omicidio

"Il bimbo non ha più attività cerebrale"

Il bimbo di cinque mesi di Padova in coma da sabato scorso non presenta più attività cerebrale e la commissione apposita è al lavoro per esprimere il relativo referto di morte cerebrale. Si arrende Giorgio Perilongo, direttore del dipartimento di Pediatria dell'azienda ospedaliera di Padova, che fino all'ultimo, come i suoi colleghi, ha sperato di salvare il piccolo scosso fortemente dalla madre, perché piangeva e non voleva dormire.

«Bisogna vedere il referto della commissione che dovrà verificare la morte cerebrale - ha detto Perilongo - nell'arco di ventiquattro ore la situazione clinica dovrebbe essere risolta. Poi quello che avverrà sarà competenza della procura. La situazione era compromessa dal principio, il piccolo si è presentato subito gravissimo, si vedevano segni di danni gravi in un punto del cervello, compatibili con la sindrome del bambino scosso».

Fino a giovedì si era sperato, perché sembrava che il flusso sanguigno stesse ancora irrorando il cervello del piccolo, cinque mesi appena, che era in coma da sabato scorso. Una Angiotac, disposta dai medici della terapia intensiva dell'ospedale di Padova, aveva accertato che le condizioni del bambino erano gravissime ma per fortuna erano stabili.

Per questo motivo era stato rinviato a oggi l'accertamento della commissione per la morte cerebrale che interviene in casi estremamente delicati come questo.

Si tratterebbe di un caso di «shaken baby syndrome» sindrome del bimbo scosso, che provoca seri danni cerebrali e neurologici, nonché la morte, nei bambini così piccoli.

La mamma del piccolo, ventinovenne originaria di Vicenza ma residente a Mestrino con la famiglia, era stata indagata per lesioni gravissime aggravate a omicidio colposo. È stata lei a scuotere violentemente il piccolo. Ma ora la sua posizione si aggrava ulteriormente.

«Il bambino non dormiva da almeno due ore e mezza, l'ho scosso violentemente», ha confessato ai carabinieri e al Pm Roberto Piccione che l'hanno interrogata.

Per l'avvocato Leonardo Massaro, che la difende, non si sarebbe nemmeno resa conto di quello che stava facendo e dopo averlo poggiato sul lettino, aveva chiamato il 118 per chiedere aiuto e salvare il suo piccolo.

Non voleva fargli del male ma non sarebbe stata fino in fondo cosciente del danno che stava facendo al figlio scuotendolo in quel modo. Ora la morte del piccolo la catapulterà contro una realtà ancora più dura.

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