Politica

Blocco dei voli a Sharm E la paura contagia l'Europa

Obama: possibile che sia stata una bomba. Piano di Londra per riportare a casa 20mila turisti inglesi[NOTE][/NOTE]. Fermi a terra 180 italiani: rientrano oggi a Malpensa. L'Enac: più controlli

Il sospetto è diventato convinzione. E l'effetto è il caos all'aeroporto di Sharm el-Sheikh, sul Mar Rosso. Il governo di Londra ha bloccato tutti i voli, perché orientato sempre di più sull'ipotesi che l'Airbus russo precipitato sabato nella penisola del Sinai sia stato abbattuto da una bomba. Sarebbero alcuni messaggi intercettati tra i terroristi ad avallare l'ipotesi: a riferirlo fonti dell'intelligence Usa alla Cnn, precisando che nonostante non sia stata rilevata una minaccia credibile e verificabile prima dello schianto, sono stati però segnalati movimenti nel Sinai che hanno destato l'attenzione e che fa dire a Barack Obama «c'è la possibilità» che sull'aereo ci fosse una bomba e che alla Francia fa sconsigliare viaggi ai connazionali nell'area. A Sharm restano bloccati 20mila turisti britannici; un esercito che il governo sta tentando di riportare a casa mettendo a punto un piano con due aerei da trasporto C-17 della Royal Air Force che faranno spola su Sharm el-Sheikh per recuperarli. A complicare la situazione è stata poi la decisione della tedesca Lufthansa di seguire le compagnie d'Oltremanica e di sospendere «per precauzione» tutti i voli.

L'Enac ha disposto che le compagnie aeree nazionali che hanno voli programmati in partenza da Sharm effettuino per proprio conto controlli di sicurezza aggiuntivi. Sono oltre 1.500 gli italiani che si trovano nella località turistica con pacchetti viaggio dei tour operator. Non si registrano difficoltà nei rientri, assicura l'associazione nazionale di categoria dei tour operator; sono confermati infatti i voli charter a rotazione settimanale, considerato che il governo italiano non ha ordinato la sospensione dei voli sulla rotta del Sinai.

La Farnesina ha sconsigliato di andare alle Maldive, dove ieri il presidente ha dichiarato lo stato di emergenza dopo il ritrovamento di una bomba. La Farnesina consiglia di «posticipare temporaneamente viaggi nella capitale ed in altre isole al di fuori di quelle che ospitano i resort».

Sono 180 i passeggeri italiani che sarebbero dovuti rientrare ieri sera a Malpensa, da Sharm El-Sheikh con il volo di ritorno cancellato in partenza da Milano ma che rientreranno oggi. La compagnia ha fatto sapere che oggi condurranno anche nove voli da Sharm el Sheikh verso il Regno Unito e poi sospenderà fino al 12 novembre. Il premier, David Cameron, ha detto chiaramente che ritiene «probabile» che l'aereo russo sia stato abbattuto da una bomba, mentre il presidente egiziano nega. L'Egitto trema perché sa che a rischio c'è il turismo: uno dei cardini su cui si basa l'economia del Paese. E chiede di aspettare l'esito delle indagini, di non arrivare a conclusioni affrettate.

Dieci mesi fa - assicura adesso il presidente - aveva ordinato controlli sulla sicurezza dell'aeroporto di Sharm el-Sheikh, indagini effettuate proprio su richiesta dalla Gran Bretagna. Cameron in serata ha chiamato Putin per discutere della situazione nel Sinai e della «lotta congiunta al terrorismo internazionale». In precedenza, Mosca si era mostrata molto irritata per le posizioni inglesi, e si era spinta a dire che la decisione britannica di sospendere i voli sul Sinai era motivata da «resistenza geopolitica». E nel caos i jihadisti insistono: «Analizzate le scatole nere.

Vi diremo come siamo riusciti a farlo».

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