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"Il blocco navale europeo è la strada con il consenso dei Paesi di partenza"

Il capogruppo Fdi alla Camera: "Finalmente hanno capito che il problema non è soltanto nostro. Il piano Ursula accoglie tutte le richieste italiane"

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Presidente Tommaso Foti, prima la telefonata di Emmanuel Macron a Giorgia Meloni poi la visita di Ursula von der Leyen a Lampedusa. Si muove davvero qualcosa sul fronte europeo?

«Diciamo che quantomeno la lettera dell'Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell, pubblicata a da il Giornale, unitamente alla presa di posizione da attenti a quei due di Boldrini e Provenzano, risultano isolate. Quanto accaduto oggi a Lampedusa è la prova più lampante che nonostante il tentativo della sinistra europea e italiana di sabotare le politiche di contrasto all'immigrazione illegale, in Europa c'è chi la pensa in modo diverso».

Ha l'impressione che stia cambiando la percezione dell'emergenza?

«Evidentemente i maggiori leader hanno capito che il problema è sì dell'Italia ma non è solo dell'Italia, visto che siamo l'avamposto del territorio europeo. La presa di posizione di Borrell, che riteniamo stonata, è stata smentita dai dieci punti di Ursula von der Leyen. La sinistra italiana, invece, è sempre fedele a se stessa. Remare contro a prescindere su un tema del genere vuol dire che sei anti-nazionale e preferisci giocare con qualsiasi maglia meno che con quella dell'Italia».

Come giudica il piano in 10 punti presentato da Von der Leyen?

«Potremmo accoglierlo in blocco, sposa tutte le richieste italiane: prevenzione delle partenze, lotta ai trafficanti di esseri umani e messa in cantiere di una missione navale. Al sesto punto del decalogo anti trafficanti, si prevede la distruzione delle imbarcazioni usate per la tratta di immigrati illegali, come chiedeva Giorgia Meloni, duramente attaccata per questo dalla sinistra italiana Ci sono però altre due questioni: evitare che i rimpatri ritardino solo perché qualche generosa organizzazione di sinistra li ostacola e poi l'accelerazione del memorandum con la Tunisia, sul quale è l'Europa in difetto».

Un blocco navale europeo è la strada maestra?

«Sì, con il consenso dei Paesi da cui partono i migranti. Tutti sanno che il vero problema è il blocco delle partenze non tanto lo smistamento degli arrivi. Da questa vicenda la credibilità di Giorgia Meloni cresce a dismisura. Proprio le parole della Von der Leyen confermano che quando ipotizzava il blocco non lo faceva per una captatio benevolentiae presso l'elettorato».

Ora il piano della Commissione europea dovrà ottenere il via libera degli Stati Membri. E' fiducioso?

«Vanno sicuramente verificate le volontà degli Stati Membri, ma il fatto che si inizi a parlare in modo chiaro, condivisibile e che queste parole promanino dai massimi livelli dell'Unione Europea è un fatto importante. Possiamo dire che l'Europa sposa la linea del contrasto all'immigrazione clandestina, isolando la sinistra italiana ed europea».

Salvini, dopo qualche scintilla sugli sbarchi, promette lealtà. La maggioranza rema tutta nella stessa direzione?

«Dopo ormai quasi 30 anni il centrodestra è innanzitutto un blocco sociale di persone che condividono valori e sentimenti. Venir meno alla coesione su un tema del genere significherebbe offendere i nostri elettori. Sono straconvinto che ci sarà piena lealtà da parte di tutti, a maggior ragione nel percorso di avvicinamento verso le elezioni europee.

La nostra ambizione comune è quella di esportare il modello italiano e su questo tema ci misuriamo in maniera importante».

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