Uccidono perché soli e per non voler lasciare soli chi amano. Accade sempre più spesso.
Venerdì Zola Predosa, nel Bolognese, è stata teatro di un omicidio-suicidio. Un anziano di 84 anni ha ucciso a bastonate la moglie di un anno di meno, usando forse una traversina di legno. Poi si è impiccato. Lei da tempo era affetta da demenza senile e lui non riusciva più ad assisterla e si sentiva impotente nell'aiutarla, sempre inadeguato. A dare l'allarme, intorno all'ora di pranzo, è stato un operaio di un cantiere in una casa vicina a quella dove si è consumata la tragedia, che ha visto uno dei corpi e ha chiamato i carabinieri. I due erano riversi a terra, senza vita. È accaduto in un'abitazione in via Roma dove la coppia viveva in affitto da cinque anni. Il cadavere di Giancarlo Bedocchi era a poca distanza da quello della moglie, Elena Caprio.
Solamente otto ore dopo a Caltignana, in provincia di Novara, la scena si è ripetuta. Un uomo di 88 anni ha accoltellato e ucciso la moglie malata, di 87 anni poi ha rivolto la lama contro se stesso, ma non è riuscito a suicidarsi. Ora si trova in gravissime condizioni in ospedale. A salvarlo sono stati i sanitari del 118 che lo hanno rianimato sul posto e portato al Maggiore di Novara, dove però non sarebbe in pericolo di vita. Prima di cedere alla disperazione aveva scritto alcune lettere: «Siamo malati, meglio farla finita».
Bologna, Cagliari, Sondrio e Novara nelle scorse settimane hanno pianto per tragedie analoghe, che vedono gli anziani, molto spesso indigenti e soli, abbandonati da figli e parenti, e scelgono la
strada che fa loro meno male per togliersi di mezzo. L'ultima in ordine di tempo è avvenuta il 9 aprile nel Cagliaritano: lui 87 anni, lei 82, si sono tolti la vita perché soffrivano da tempo di una profonda depressione.
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