Bombe di Mosca sulle case: strage di civili a Chernihiv. I 50mila soldati russi morti. "È la strategia del tritacarne"

Raid nel nord dell'Ucraina: almeno 17 vittime. L'ira di Zelensky: "L'Occidente ci dia le difese aeree". Kiev colpisce una base nemica in Crimea: uccisi 30 militari. Domani consiglio straordinario della Nato

Bombe di Mosca sulle case: strage di civili a Chernihiv. I 50mila soldati russi morti. "È la strategia del tritacarne"
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L'ennesima strage degli innocenti. Ha fatto almeno 17 morti, tutti civili, un attacco russo sulla città ucraina di Chernihiv, 300mila abitanti, 150 chilometri a nord della capitale Kiev, vicino al confine con la Bielorussia: tre missili da crociera Iskander hanno colpito un'area periferica ma densamente popolata della città, distruggendo un edificio di otto piani e causando anche 61 feriti, tra cui tre bambini, e danneggiando anche quattro grattacieli, un ospedale, una scuola e decine di automobili. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ne ha approfittato - è il suo mestiere - per invocare nuovi aiuti dagli alleati. «Questo non sarebbe successo se l'Ucraina avesse ricevuto sufficienti attrezzature di difesa aerea e se fosse stata sufficiente anche la determinazione del mondo nel contrastare il terrorismo russo». Zelensky ieri ha parlato anche con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che ha ammesso che «i ritardi negli aiuti hanno conseguenze sul campo ogni giorno. Quindi il mio messaggio agli alleati è chiaro: inviate di più all'Ucraina». Stoltenberg ha anche annunciato per domani la convocazione del consiglio Nato-Ucraina. Anche Ihor Terekhov, sindaco di Kharkiv, la seconda città ucraina sottoposta a continui bombardamenti, supplica di fare presto. «Abbiamo bisogno di questo sostegno per evitare che Kharkiv diventi una seconda Aleppo», il suo grido d'allarme. Appelli che sembrano aver smosso qualcosa: ieri fonti della Farnesina riferivano di movimenti all'interno del G7 per accelerare la consegna dei sistemi di difesa all'Ucraina, accogliendo la richiesta sempre più pressante del presidente Volodymyr Zelensky, che nei giorni scorsi non aveva nascosto un certo risentimento per il diverso trattamento riservato al suo Paese rispetto a Israele.

In attesa che arrivino nuove armi, Kiev fa quello che può. Ieri ha attaccato con droni armati l'aeroporto militare russo di Dzhankoya, in Crimea, uccidendo almeno 30 militari e ferendone 80, i più gravi dei quali sono stati trasportati in elicottero presso le strutture ospedaliere di Sebastopoli. L'attacco ha distrutto il complesso antiaereo S-400 «con l'esplosione del lanciatore e gravi danni ad altre macchine del complesso», come evidenziano i partigiani russi filo-ucraini del gruppo Atesh. E a proposito di morti russi, ieri la Bbc ha reso noto un nuovo conteggio dei soldati russi morti dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina realizzato con il sito indipendente Mediazona: sarebbero 50mila. Un risultato ottenuto incrociando diverse fonti di informazione, come comunicati stampa ufficiali, notizie di stampa e sui social network o visite ai cimiteri.

Né l'Ucraina né la Russia hanno pubblicato resoconti ufficiali delle perdite dall'inizio della guerra, ci si basa su stime, come i 31mila morti indicati a fine febbraio dall'Ucraina, mentre l'esercito russo non ha mai denunciato le proprie perdite militari. Nel secondo anno di guerra i morti in prima linea sono aumentati del 25 per cento.

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