Bonaccini ai saluti in Emilia, si riapre la sfida con Schlein: "Si è imposto per l'erede"

L'ex governatore vola a Strasburgo e sceglie De Pascale come successore. Sfiderà Ugolini

Bonaccini ai saluti in Emilia, si riapre la sfida con Schlein: "Si è imposto per l'erede"
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Applausi, «ciao Pres», brindisi e qualche lacrima: Stefano Bonaccini (foto), eletto (e votatissimo) a Strasburgo, firma le dimissioni e dà l'addio all'Emilia Romagna. «Ma mi vedrete spesso, nei giorni in cui non ci saranno le sedute del Parlamento europeo», promette ai suoi.

Per ufficializzare le dimissioni ha atteso che fosse definita la lunga partita sotterranea sulla sua successione. Partita che vedeva lui da una parte e Elly Schlein dall'altra; partita che ha drammaticamente spaccato l'indivisibile coppia Baruffi-Taruffi (il primo, bonacciniano, è responsabile Enti locali del Pd; il secondo, fan di Elly, è capo dell'Organizzazione) e ha messo su fronti contrapposti il sindaco di Bologna Matteo Lepore (noto per sventolare bandiere palestinesi, ma giammai israeliane, dal balcone del Comune) e quello di Ravenna Michele De Pascale. Alla fine la ha spuntata Bonaccini, e proprio il giovane romagnolo di area riformista De Pascale sarà, in autunno, il candidato governatore del centrosinistra, con alte probabilità di successo e una coalizione larga che include i Cinque Stelle (ormai a rimorchio del Pd) e i centristi. Ad accelerare la scelta, a vantaggio del presidente uscente, è stata la discesa in campo della candidata del centrodestra Elena Ugolini, insegnante vicina a Cl (che però preferisce definirsi «civica»), che ha già lanciato «l'Officina Emilia Romagna 2030». «Non possiamo continuare a litigare tra noi mentre Fdi prova a lanciare un'Opa sulla Regione», è stato il messaggio bonacciniano, che ha sbloccato un impasse che andava avanti da mesi, da quando è stato chiaro che il governatore sarebbe sceso in pista alle Europee. Così il candidato sponsorizzato da Schlein e Lepore, Vincenzo Colla (provenienza Cgil, assessore al Lavoro in Regione) ha fatto il passo indietro, e un summit tra Lepore e De Pascale ha sancito l'intesa. Per i maligni del Pd si tratta della «prima volta che Bonaccini si impone su Elly»: da ex competitor della Schlein alle primarie per la segreteria, infatti, l'attuale presidente Pd si è trasformato in principale garante della pax schleiniana nel partito.

Che farà ora Bonaccini? «Ho già detto alla segretaria che non mi candido a nulla, nonostante la sua generosità a riconoscermi eventuali ruoli di primo piano», dice lui. Per il posto di capodelegazione a Bruxelles scalpita Nicola Zingaretti. Il ruolo di vicepresidente del Parlamento, che Schlein gli voleva offrire, tornerà a Pina Picierno, che gode di più largo consenso in assemblea e che la presidente Roberta Metsola vuole al proprio fianco.

L'ex governatore siederà nella commissione Agricoltura e commercio estero. E a metà legislatura potrebbe subentrare alla spagnola Garcia Perez come capogruppo Pse in Parlamento. Sempre che gli spagnoli rispettino i patti.

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