Botte e coltellate al militare Il profugo era già condannato

Uno straniero del Burkina Faso prima picchia l'autista dell'autobus, poi ferisce un carabiniere con una lama

Botte e coltellate al militare Il profugo era già condannato

Prima i calci e i pugni contro un malcapitato autista di un autobus. Poi una lama estratta all'improvviso dalla tasca dei pantaloni per colpire un carabiniere che era intervenuto per fermarlo. In tutto sono rimaste ferite tre persone ad Azzano Decimo, provincia di Pordenone, per l'aggressione inspiegabile da parte di un cittadino del Burkina Faso, disoccupato e già noto alle forze dell'ordine, al conducente del mezzo. Che ieri mattina si trovava fermo al capolinea in una piazza del paese, ed ancora a porte chiuse quando il 28enne ha cominciato a dare pugni contro la vetrata. L'autista ha aperto per parlare con l'uomo e cercare di calmarlo. E invece gli si è rivoltato contro con una raffica di botte prima all'interno e poi all'esterno dell'autobus, dove lo ha trascinato.

La furia si è fermata solo grazie all'intervento dei passanti che hanno chiamato le forze dell'ordine, giunte dopo poco sul posto con due volanti e una pattuglia della polizia locale. Alla vista dei carabinieri il giovane è fuggito, ma è stato subito rintracciato poco lontano. Mentre uno dei militari cercava di bloccarlo, ha estratto un coltello da cucina ferendolo di striscio con un fendente al costato. Il brigadiere è stato trasportato in ospedale, dove è ricoverato ma non in pericolo di vita. Il conducente ha invece riportato graffi ed ecchimosi ma non sarebbe in gravi condizioni. Un terzo agente intervenuto è rimasto contuso mentre bloccava l'aggressore, che è indagato per violenze, lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale.

Non è la prima denuncia del genere a carico dell'immigrato, in Italia con un permesso regolare ma senza un lavoro e sulla cui testa pende ora un decreto di espulsione: qualche settimana fa era già finito in manette per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato per cui era stato processato per direttissima. Patteggiata la pena, era tornato in libertà.

Il caso è stato immediatamente twittato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini e si aggiunge all'elenco di episodi di violenza per mano di migranti che il titolare del Viminale pubblica regolarmente sul suo canale social per contrastare le accuse che lo vogliono responsabile morale di una presunta ondata di razzismo nel nostro Paese.

«Un 28enne del Burkina Faso, titolare di carta di soggiorno e con precedenti, picchia un autista e accoltella un carabiniere. Ma per qualche buonista questo sarà senz'altro un reato lieve #tolleranzazero». In attesa del decreto sicurezza annunciato entro settembre e contenente proprio una stretta contro i migranti che commettono reati.

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