Il governo inizia a valutare la strada del super green pass. L'aumento dei contagi - per il momento sotto controllo e che non si è tradotto in un boom nelle terapie intensive - sta preoccupando l'esecutivo guidato da Mario Draghi, che in queste ore sta prendendo in considerazione tutte le opzioni possibili per fronteggiare una nuova ondata in vista delle festività di fine anno. Una rivisitazione del certificato verde trova assolutamente d'accordo Renato Brunetta, che non vuole far pagare ai vaccinati i costi delle conseguenze provocate da chi ha deciso di non sottoporsi alla somministrazione del siero anti-Covid.
Sì al super green pass
Il ministro della Pubblica amministrazione accoglie le preoccupazioni dei governatori delle Regioni, che chiedono al governo un incontro urgente per studiare eventuali misure più stringenti per chi non è ancora vaccinato. Il che si potrebbe tradurre in una modifica importante al green pass, rafforzando la strategia per evitare altre chiusure ai danni degli italiani vaccinati e dell'economia.
Per Brunetta dunque la strada migliore è quella di un super green pass "responsabile e condiviso, per non far pagare a tutti l'egoismo di alcuni". L'esponente di Forza Italia si chiede per quale motivo tutti gli italiani vaccinati dovrebbero subire gli effetti dei cambi di colore "per colpa dello zoccolo duro dei no vax, estrema minoranza, sempre più invisa".
Di fronte a un peggioramento degli indicatori ospedalieri, la possibilità sarebbe quella di una stretta sul certificato verde. In che modo? Escludendo di fatto i non vaccinati da alcune attività sociali. Come ad esempio ristoranti, stadi, piste da sci, teatri, cinema e discoteche. "Perché far pagare a tutto il mondo del terziario urbano, della cultura, dello sport e del tempo libero con restrizioni che rischiano di ripiombarci in lockdown parziali? Vorrebbe dire costi di impresa, ristori, deficit, crisi, nuovo crollo dei consumi", fa notare il ministro azzurro.
L'ipotesi obbligo vaccinale
Sempre in queste ultimissime ore si sta parlando dell'obbligo di vaccinazione. Un'ipotesi che il governo non ha mai escluso, ma che ora sembra essere approdato seriamente sul tavolo del confronto dei partiti di maggioranza. Per Brunetta non va intesa come l'extrema ratio per tutto il Paese, anche perché appare di difficile realizzazione con uno zoccolo duro del 10% circa: "Che fai, gli applichi il trattamento sanitario obbligatorio?".
Il ministro per la Pubblica amministrazione per il momento lascerebbe il green pass attuale per il mondo del lavoro, facendo però qualche dovuta eccezione: "Per esempio estendendo la terza dose alle categorie già obbligate, sanitari ed Rsa".
E si potrebbe decidere di ampliare la platea di chi dovrà sottoporsi alla vaccinazione: "Oltre al personale sanitario, vedrei bene l'obbligo della terza dose per chi lavora agli sportelli nella pubblica amministrazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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