Bruxelles boccia la Sumud Flotilla: "Può aggravare la situazione"

La portavoce della Commissione: "Mette a rischio i partecipanti"

Bruxelles boccia la Sumud Flotilla: "Può aggravare la situazione"
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Il metodo Flotilla? Sostanzialmente bocciato dalla Commissione europea. In un'altra giornata di guerra feroce a Gaza e terrorismo barbaro a Gerusalemme, mentre la Spagna introduce nuove dure misure anti-Israele contro quello che definisce "il genocidio a Gaza", da una delle principali istituzioni europee arrivano dichiarazioni di moderazione e distensione nei confronti di Israele sulla flotta di navi internazionali dirette a Gaza per portare aiuti umanitari. "Non incoraggiamo flottiglie come questa - afferma la portavoce della Commissione europea, Eva Hrncirova - perché fondamentalmente possono aggravare la situazione e mettere a rischio i loro partecipanti". E ancora: "Pensiamo che il modo migliore per fornire aiuti umanitari sia attraverso i nostri partner. Questo è ciò che cerchiamo di ottenere: fornire aiuti umanitari su larga scala, mantenendo aperti i canali con Israele e dialogando con le autorità israeliane". La portavoce della Commissione precisa che "questo non significa che sono giustificabili gli attacchi contro tali flottiglie, come attacchi con droni, etc", ma ricorda gli scarsi risultati delle ultime esperienze: "Abbiamo visto il caso recente della flottiglia di giugno, quando i partecipanti sono stati detenuti e il carico sequestrato. Non ha aiutato comunque". L'Ue punta ai reali obiettivi, più che a misure di grande eco mediatica ma di scarsa - se non nulla - sostanza: "Cerchiamo di aumentare il numero di camion che entrano a Gaza e di fermare la sofferenza delle persone", spiega ancora la portavoce, "ed è per questo che lavoriamo con partner ben consolidati ed esperti". Parole chiare, mentre decine di imbarcazioni con attivisti provenienti da 44 Paesi, dopo la partenza da Barcellona e Genova, sono salpate da vari altri porti, dalla Grecia alla Tunisia. Eppure la Global Sumud Flotilla non ci sta e, pur non dicendosi sorpresa delle parole dell'Ue, accusa la Commissione europea di "inconsistenza politica" in un'altra giornata tesissima lungo l'asse Europa-Israele, con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola che definisce "inaccettabile" la situazione a Gaza e il Parlamento europeo che si appresta a dibattere oggi e a votare domani una bozza di risoluzione preparata dai Socialisti di S&D in cui si sottolinea la "chiara evidenza" che nella Striscia si stia commettendo un "genocidio".

Lo scontro è ormai alle stelle soprattutto fra il governo spagnolo e quello israeliano. In un videomessaggio alla nazione, da Madrid il primo ministro Pedro Sánchez, dopo aver ricordato le misure già adottate dal suo governo, tra cui l'embargo di armi a Israele e il riconoscimento dello Stato palestinese, ha annunciato di aver avviato 9 azioni aggiuntive per fermare il "massacro" a Gaza e "sostenere la popolazione palestinese". I provvedimenti saranno approvati oggi, con decreto urgente. Prevedono il divieto di transito nei porti spagnoli alle navi con combustibili destinati alle forze armate israeliane, il divieto di entrata nello spazio aereo spagnolo agli aerei di Stato che trasportano materiale di difesa destinato a Israele e ancora il divieto di importazione di prodotti dagli insediamenti israeliani, definiti "illegali", a Gaza e in Cisgiordania, oltre che maggiore collaborazione con l'Anp. Previsto, inoltre, l'incremento di 10 milioni del contributo all'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), e di aiuti per Gaza fino a 150 milioni di euro nel 2026. "Quello che fa Israele non è difendersi è sterminare un popolo indifeso e violare le leggi del diritto umanitario", ha detto Sánchez, che chiede anche la sospensione dell'accordo di associazione tra Ue e Israele.

Se Hamas elogia le misure spagnole, Israele accusa Madrid di "attacchi antisemiti per coprire la corruzione" e dichiara "persone non grate" la vice premier e Yolanda Diaz e la ministra per i Giovani, Sira Rego, ricordando che tra le vittime dell'attentato di Gerusalemme di ieri c'è Yaakov Pinto, spagnolo appena immigrato in Israele. Il messaggio finale è chiaro: se Madrid interrompe i contatti con noi, è la Spagna a rimetterci.

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