Quest'anno sarà diverso ovunque. Non ci sarà città europea, che passerà indenne ai cambiamenti, alle misure straordinarie da adottare perché il pericolo si fiuta nell'aria. E fa paura. L'Occidente quest'anno aspetterà il Capodanno chiedendosi se sia giusto far vincere la paura o esorcizzarla. La posta in gioco è altissima. Il nemico è dei più subdoli e può annidarsi ovunque, confondersi tra la gente, passeggiare per le strade affollate accanto alle famiglie con bambini che accendono le stelline scoppiettanti; nei teatri, nei concerti a cielo aperto organizzati dalle città. È un azzardo per tutti. Da Londra, a Parigi, da Berlino a Vienna, da Mosca a New York. Obama è stato informato dall'intelligence che a Capodanno c'è una minaccia di possibili attentati a New York, Washington e Los Angeles. E allora che fare? Ci sono due strade, puntare sulla scelta forte, definitiva, clamorosa, come ha fatto Mosca che chiude la Piazza Rossa. Proibito l'accesso al luogo simbolo della città. Scelta che fa pensare. Bruxelles fino all'ultimo è stata tentata, ma alla fine ha cancellato i fuochi d'artificio. Anche nella Striscia di Gaza sarà proibito celebrare il nuovo anno ma perché contrario alla Sharia. Oppure c'è l'altra di strada, quella scelta dalla maggior parte delle città. Aumentare le difese.
Come una fortezza che alza i ponti levatoi, tenersi pronti, armarsi fino ai denti, blindare, reclutare uomini, piazzarne tantissimi in borghese, usare metal detector, proibire bottiglie di vetro, petardi. Milano ha scelto di schierare i cecchini sui tetti che si affacciano sul Duomo. Sembrerà come tutte le altre volte, ma sarà solo apparenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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