Guerra in Ucraina

Bruxelles si divide sull'ipotesi Eurobond. In campo Berlusconi: interrogazione Ue

Palla al vertice di Versailles di domani e venerdì. Che avrebbe dovuto essere una semplice riunione informale dei capi di Stato e di governo dell'Ue, ma potrebbe invece diventare uno snodo centrale per i destini energetici dell'Unione europea

Bruxelles si divide sull'ipotesi Eurobond. In campo Berlusconi: interrogazione  Ue

Palla al vertice di Versailles di domani e venerdì. Che avrebbe dovuto essere una semplice riunione informale dei capi di Stato e di governo dell'Ue, ma potrebbe invece diventare uno snodo centrale per i destini energetici dell'Unione europea. Più che parlare genericamente del patto di stabilità in epoca post-Covid, infatti, il summit parigino sta ormai diventando un passaggio determinante per ragionare su come i leader dell'Ue hanno intenzione di far fronte all'inevitabile shock energetico a cui vanno incontro consumatori e imprese europee. Soprattutto dopo che Stati Uniti e Gran Bretagna hanno annunciato l'imminente azzeramento delle importazioni dalla Russia.

Sul punto, l'Italia si sta muovendo con un certo attivismo, nella consapevolezza che essere uno dei due Paesi europei più dipendenti dal gas di Mosca (l'altro è la Germania) è e resterà negli anni a venire un elemento di grandissima volatilità. Questo, comunque andrà a finire l'aggressione militare della Russia in Ucraina.

Non è un caso che Palazzo Chigi si stia confrontando direttamente ormai da molti giorni con gli altri grandi Paesi produttori di gas. E che il ministro degli Esteri Di Maio sia recentemente volato in Algeria e Qatar per negoziare un aumento della produzione che compensi il mancato approvvigionamento russo. L'obiettivo di Draghi, infatti, è «affrancarsi» dalla dipendenza energetica da Mosca nel giro di 24-36 mesi. Stima, non a caso, confermata dal ministro della Transizione ecologica Cingolani. Che ieri mattina ha rilanciato la via dei rigassificatori e ha detto pubblicamente che l'Italia potrebbe non essere più succube della dipendenza dal gas russo «in 24-30 mesi». Come il presidente francese Macron, infatti, anche il premier italiano è convinto sia necessario ristabilire una sorta di «sovranità europea» in quanto ad approvvigionamenti. Nel senso che il Vecchio continente non può più dipendere da Paesi terzi, non solo per il gas e l'energia (che arrivano da Mosca) ma anche - per dire - per il grano (che viene da Kiev). Il ragionamento che condividono Parigi e Roma - ma anche Berlino e altre diplomazie europee - è, infatti, che l'Ue deve comunque affrancarsi dalle dipendenze economiche a prescindere dal fatto che siano da Paesi ostili o amici. Ecco perché la Commissione Ue, con il piano RePowerEu presentato ieri, punta a tagliare di due terzi la dipendenza dal gas russo già entro la fine dell'anno. E pretende che le riserve dell'Unione siano al 90% entro il primo di ottobre. «Dobbiamo diventare indipendenti dal petrolio, dal carbone e dal gas russi», spiega von der Leyen. Perché, aggiunge la presidente della Commissione Ue, «non possiamo fare affidamento su un fornitore che ci minaccia esplicitamente».

Per far fronte alle spese su energia e difesa che l'Europa dovrà necessariamente affrontare nei prossimi mesi, inoltre, si affaccia l'ipotesi di lanciare un bond «su vasta scala» già nel summit francese di Versailles di domani e venerdì. Uno scenario ipotizzato da Bloomberg, anche se sarebbero ancora da decidere importo e struttura dell'operazione. Una strada che divide però i partner europei. L'ipotesi eurobond per finanziare le spese energetiche - portata avanti da alcuni Stati, Francia su tutti - non convince l'intera Ue. «Non è un piano della Commissione», fa non a caso sapere il vice presidente dell'esecutivo europeo Timmermans.

Sul punto, Berlusconi presenta un'interrogazione alla Commissione Ue per sapere se, alla luce della crisi economica che si profila, l'esecutivo europeo intenda rinviare il ritorno in vigore del Patto di stabilità.

E, soprattutto, se intenda «rendere permanente il meccanismo che ha consentito di finanziare il Next Generation Ue tramite l'emissione di titoli di debito».

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