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La Schlein travolta dalle correnti che voleva eliminare

Cronistoria di un partito ingovernabile tra proclami, gelosie e lotte di potere

La Schlein travolta dalle correnti che voleva eliminare

Quanto segue è un manuale di conversazione (male che vada, con lo psichiatra) che si propone di ricostruire cronologicamente gli ultimi tre anni del Partito democratico dall'elezione di Elly Schlein sino a ieri sera. Il nostro riassumere con umiltà e impegno, naturalmente, non implica una vera comprensione.

FEBBRAIO 2023

Elly Schlein vince le primarie del Pd e promette di "travolgere" le correnti: già sentito, ma lei è un'esterna, ed è spalleggiata anche da non iscritti: sembra credibile. Schlein e Bonaccini (la vincitrice e lo sconfitto) siglano un armistizio da guerra fredda: lui diventa presidente, lei segretaria. Per qualche mese tutto tace, ed è già un evento.

PRIMAVERA-ESTATE 2023

La pace è quella di Gaza: i riformisti (Guerini, Gori, Picierno) protestano per il troppo grillismo mentre al contrario la sinistra interna (Orlando, Speranza, Provenzano, Cuperlo) accusa Schlein di moderazione. Le correnti si ricompongono come amebe: ne tagli una e sono due. Bonaccini, garante dell'unità, diventa un parafulmine che non para. Lei è un'accentratrice cortese, ascolta tutti, non fa nulla.

AUTUNNO 2023-PRIMAVERA 2024

Il Paese ignora rispettosamente il Pd che intanto risorge nella sua fisiologia: beghe per le liste, inviti alla "partecipazione" e gelosie varie. Schlein vuole piazzare donne indipendenti alle Europee (Lucia Annunziata in testa) e le correnti sono nel panico. Orlando tenta di riordinare la sinistra interna e organizza delle cene tra sopravvissuti, Franceschini sbircia dal suo fortilizio centrista come fa da vent'anni. Si complotta contro un nemico non ancora stabilito.

OTTOBRE 2025

A Milano i riformisti organizzano degli incontri per prendere le distanze dalla segreteria e da Bonaccini: chiedono più sicurezza, più crescita, più coraggio sull'Ucraina, insomma qualcosa.

NOVEMBRE 2025

La sinistra interna risponde convocando un convegno a Montepulciano: per sostenere Schlein ma anche per ricordarle che senza di loro lei non esiste. Annunciano il primo passo verso una creatura politica misteriosa.

29 NOVEMBRE (Montepulciano)

Ecco il "correntone", alleanza di correnti che promettono di non essere correnti ma che rivendicano di esserlo. La creatura contiene AreaDem (Franceschini), Dems (Orlando), gli ex Articolo 1 (Speranza e Bersani), Cuperlo, Serracchiani, Zingaretti e persino i neo-lettiani (Crea) che la Schlein non l'avevano neanche votata. Tutti si muovono, nessuno avanza. Sono ufficiali tre blocchi: bivacco Schlein (il portavoce Alivernini, Taruffi detto Taruffenko, Bonafoni, Baruffi) poi il correntone FranceschiniOrlandoSperanza, e infine i riformisti. Tutti in guerra fredda e tutti convinti di poterla incastrare.

1° DICEMBRE 2025 (chiusura del convegno)

Orlando e Speranza chiedono più Palestina, meno Von der Leyen, meno Meloni, più redistribuzione, una direzione politica purché diversa. C'è un mezzo ultimatum: se non provvede entro un mese "succederà qualcosa".

1° DICEMBRE 2025 (stesse ore)

Il correntone chiede più organismi, più riunioni e più collegialità. Un anno prima volevano "superare le liturgie", ora le rivogliono tutte: assemblea nazionale, conferenza programmatica, tavoli e sottotavoli.

1° DICEMBRE 2025 (sottotraccia)

La vera partita: le liste. Il correntone consacra Schlein candidata premier (rave party a casa Meloni) ma esige posti sicuri. Più che una leadership, serve un algoritmo per i seggi. La prova generale è stata la Campania, con De Luca che ha barattato il via libera a Fico con la segreteria per il figlio e l'elezione di una decina di fedelissimi. Chi scrive le liste comanda, chi non le scrive obbedisce.

1° DICEMBRE 2025 (Bonaccini)

Lui è all'opposizione interna, ma in pratica è senza bussola. Non decide se candidarsi e neanche se opporsi. I suoi si dividono tra chi vuole sfidare Schlein e chi aspetta tempi migliori. Allora lui fonda una corrente nuova (Energia Popolare) per emanciparsi dalla sua corrente, fa una scissione da se stesso. Nel Pd è possibile.

1° DICEMBRE 2025 (intervento finale Schlein)

Lei ringrazia Bonaccini, rivendica l'unità, blandisce il "territorio" e convoca un'assemblea/congresso (1314 dicembre) ma non è chiaro se apre il gioco o se lo sta cucendo addosso, cioè se vuole aprire un vero congresso o un rituale di auto-conferma. Intanto a Prato si sono riuniti i riformisti di Sensi secondo i quali "il Pd o è riformista o non è" (si raccontano che Montepulciano ha riequilibrato i rapporti) anche se Schlein nel frattempo ha inclinato il partito ancora più a sinistra, e se ne fotte di tutti: ma dovrà comunque fronteggiare il correntone OrlandoSperanzaFranceschini (che pesa mezzo Congresso) più il drappello riformista, con Renzi che, da fuori, spia ogni crepa ed è pronto a infilarsi. Intanto Conte aspetta sulla riva del fiume (i piedi nell'acqua, ma coi calzini) convinto che delle eventuali primarie gli faranno mangiare viva la Schlein.

DICEMBRE 2025 (un bilancio)

Elly Schlein, due anni dopo la promessa di smantellare le correnti, è invischiata nel più grande aggregato correntizio dai tempi di Veltroni: però vuole pieni poteri fino alle Politiche, congelare il partito e farsi incoronare candidata premier.

Niet di correntone e riformisti, come e dire: "Non se ne parla, il congresso si fa tra un anno, non quando lo dici tu, e poi, se la candidata sei tu, Conte si sfila e il campo largo resta letteratura". Segue litigio sulla sede del quasi-congresso, sulle regole, sullo Statuto (che cambia ogni tre mesi) e di certo c'è solo che si parlerà del 2×mille. Sentiti complimenti se avete letto sin qui.

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