Cronache

C'è la conferma di Berlino: "Navalny avvelenato". L'Ue: Putin trovi i colpevoli

L'oppositore rischia danni permanenti. Merkel: "Ora identificate i responsabili, devono pagare"

C'è la conferma di Berlino: "Navalny avvelenato". L'Ue: Putin trovi i colpevoli

Aleksei Navalny è stato effettivamente avvelenato. I medici dell'ospedale berlinese Charité, dove il leader dell'unica vera opposizione politica al regime putiniano è ricoverato in stato di coma da sabato, hanno reso noti i risultati degli esami condotti sull'avvocato e attivista russo: nel suo organismo è stata rilevata una sostanza ancora non precisamente determinata, ma che appartiene alla categoria degli inibitori della colinesterasi, alla base di gas nervini come il Sarin e il Novichock usato per avvelenare l'ex agente del Kgb Sergei Skripal in Gran Bretagna.

Navalny, 44 anni, si trova tuttora in gravi condizioni in una unità di terapia intensiva. Secondo i medici tedeschi non sussiste un rischio acuto per la sua vita, tuttavia «non si possono escludere danni a lungo termine a carico del sistema nervoso». Va ricordato che in seguito a una «misteriosa» aggressione, tre anni fa, per mezzo di uno spray tossico, il leader di Coalizione Democratica già convive con un danno permanente a un occhio.

La conferma ufficiale dell'avvelenamento di Aleksei Navalny non dovrebbe nemmeno essere considerata una notizia in senso stretto, tanto evidente è ciò che gli è accaduto giovedì scorso a bordo del volo interno tra la città siberiana di Tomsk e la capitale russa Mosca. Un video girato da un passeggero ha mostrato la tragica sequenza del malore improvviso e gravissimo, tale da spingere il pilota a decidere un atterraggio di emergenza all'aeroporto di Omsk nella Siberia occidentale. Navalny, privo di sensi, era stato trasportato in ambulanza all'ospedale locale, dove i medici avevano ipotizzato un avvelenamento causato da un potente farmaco psicodislettico, inodore e insapore, che avrebbe potuto essergli stato somministrato a tradimento nel tè bevuto al bar dell'aeroporto. Nelle ore successive, però, il primario dell'ospedale aveva cambiato versione, sembra dopo la visita di un terzetto di agenti della sicurezza russa, e aveva parlato di un più banale «disturbo del metabolismo con calo di zuccheri», talmente serio però da impedire ai medici di autorizzarne il trasferimento all'estero richiesto dalla moglie di Navalny. Solo dopo un lungo tira e molla ai massimi livelli politici internazionali, culminato con una telefonata della cancelliera tedesca Angela Merkel al presidente russo, Navalny ormai in coma era stato lasciato partire per Berlino.

Fonti russe nel frattempo lasciavano trapelare le più improbabili ipotesi sull'accaduto, inclusa quella di un autoavvelenamento di Navalny che appartiene al repertorio del cosiddetto «vranyo», intraducibile termine russo che indica bugie volutamente inverosimili spacciate dai massimi livelli del potere e alle quali quasi nessuno osa reagire smentendole. Ma anche nel libero Occidente non pochi commentatori hanno esplicitato dubbi sull'avvelenamento, nonostante le evidenze e tralasciando che si trattasse già del terzo episodio ai danni della persona considerata la più detestata e temuta da Putin e dal suo entourage.

Navalny si trova attualmente sotto protezione del BKA, l'agenzia federale anticrimine tedesca. Angela Merkel e l'Unione europea chiedono ora a Mosca che i responsabili vengano trovati. «Alla luce del ruolo di primo piano di Navalny nell'opposizione politica in Russia, adesso le autorità sono chiamate con urgenza a indagare fino all'ultimo dettaglio e in piena trasparenza», afferma la cancelliera. I responsabili «devono essere identificati e risponderne».

Le fa eco la Ue, che «condanna fermamente quello che sembra essere un attentato alla vita dell'onorevole Navalny e chiede «verità»: «I responsabili devono pagare».

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