"C'è stato errore umano" È caccia al responsabile

Nel crollo del cavalcavia che ha ucciso due persone sull'A14 decisivo il cedimento dei sostegni provvisori

"C'è stato errore umano" È caccia al responsabile

Ma quale fatalità, ma quale incidente non prevedibile. C'è un errore umano alla base del crollo del ponte 167 sulla A14 Bologna-Taranto che giovedì a ora di pranzo ha ucciso due persone nelle Marche. È la convinzione di Irene Bilotta, la pm di Ancona che indaga per omicidio colposo plurimo, reato che potrebbe anche essere aggravato in disastro colposo. Il cavalcavia si è afflosciato alle 13,50 sull'autostrada a Camerano, nei pressi di Castelfidardo, tra le uscite di Ancona Sud e Loreto, nelle Marche. Quel muro che si è materializzato all'improvviso ha schiacciato la Nissan Qashqai su cui viaggiavano Emidio Diomede, 60 anni, e la moglie Antonella Viviani, 54, di Spinetoli (Ascoli Piceno). «La Nissan ci ha superato, poi abbiamo visto il ponte staccarsi di netto e la macchina davanti non ha frenato in tempo. Abbiamo avuto tanta paura. Uno si immagina tutto, ma non che si stacchi un ponte sull'autostrada», ha raccontato a «Pomeriggio Cinque» su Canale 5 un testimone del crollo, nel quale sono rimasti feriti in modo non grave anche tre operai romeni che lavoravano al cantiere.

Malgrado la società Autostrade per l'Italia, che aveva commissionato i lavori su quel cavalcavia alla società Pavimental Spa, di cui controlla il 20 per cento, che a sua volta aveva subappaltato il lavoro alla Delabech Srl di Roma, parli di «incidente non prevedibile» e di «materiali in ottime condizioni», è chiaro che da qualche parte si è sbagliato. E qualcuno è morto. E infatti la società annuncia di aver «chiesto con estrema urgenza alle aziende che hanno progettato ed eseguito i lavori sul cavalcavia crollato in A14 una relazione dettagliata su quanto accaduto, per accertare eventuali errori umani e valutare possibili azioni a tutela».

Le ipotesi al momento sono varie: potrebbe aver ceduto una delle lastre di acciaio usate per reggere temporaneamente il ponte che doveva essere sopraelevato di una trentina di centimetri con dei martinetti idraulici per riportare a 5,20 metri l'altezza rispetto alla strada. Oppure potrebbe essere stato usato calcestruzzo di qualità scadente. Oppure ancora potrebbe essere andata in tilt la centralina elettronica che regola i martinetti che sollevano i ponti come fossero automobili. Per capire che cosa sia successo sono al lavoro gli ispettori inviati dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e da lunedì un tecnico si metterà al lavoro per conto della Procura.

Altro punto da chiarire se l'autostrada, che ieri attorno alle 8 è stata progressivamente riaperta, dovesse essere chiusa alla circolazione con quel tipo di lavori in corso sul cavalcavia.

Ieri l'ingegner Giovanni Scotto Lavina, responsabile del procedimento presso Autostrade per l'Italia, ha ricordato che quel tipo di intervento è di routine e che non si può chiudere l'autostrada per settimane». Ma morire evidentemente sì.

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