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"C'è troppa burocrazia. Sufficiente recepire le indicazioni della Ue"

L'azzurro: "Si torni alla legge Berlusconi con cui abbiamo finito l'Alta velocità"

"C'è troppa burocrazia. Sufficiente recepire le indicazioni della Ue"

Alessandro Cattaneo, il tema della revisione del codice appalti è tornato centrale. Lei come responsabile Infrastrutture di Forza Italia, cosa ne pensa?

«In Italia quando ci sono i soldi per fare le opere non si riescono a fare o vengono fatte con enormi ritardi. Io ho fatto il sindaco e so perfettamente ciò di cui parlo. Ora con l'Unione europea i fondi ci sono, ma il tempo dedicato alla burocrazia è enormemente superiore a quello per la sistemazione dell'opera stessa. È un paradosso. Bisogna mettere in conto il parere preventivo dell'Anac, i ricorsi al Tar del secondo classificato, il ricorso al Consiglio di Stato. Tutto ciò prende almeno 18 mesi e parliamo di un'opera medio-piccola. Per una medio-grande ci vogliono anni. Questo è inaccettabile perché l'Italia perde occasioni tanto più oggi con i fondi Ue».

Quali devono essere i limiti di questo intervento legislativo?

«L'intervento deve essere il più leggero possibile. L'Europa ci dà delle indicazioni, basterebbe recepire quelle. Noi chiediamo la revisione della art. 177, la revisione della legge sulla rigenerazione urbana su cui la sinistra sta facendo una bandiera ideologica enorme in maniera dissennata. Faccio un esempio: nel mondo occidentale le infrastrutture vengono finanziate dai fondi pensione in quanto investimento sicuro con una remunerazione certa nel lungo periodo. Questo in Italia non avviene perché le leggi sono farraginose. Per tanti anni abbiamo detto che la finanza faceva solo speculazione mentre doveva misurarsi con l'economia reale. Oggi ci sarebbe la possibilità ma la burocrazia e i tempi della giustizia lo rendono impossibile».

I sindacati si dicono pronti allo sciopero generale.

«Sarebbe un grande errore. Basta parlare con sindaci di tutti i colori politici, tutti si misurano con la necessità di avere un sistema più snello. Se diventa una questione ideologica si compie un grave errore a danno dell'economia reale. Lo stesso vale per l'ambientalismo fine a se stesso, autoreferenziale e non agganciato a una logica industriale che porterebbe con sé occasioni importanti. Il sindacato priverebbe l'Italia di occasioni di crescita. Spero che si cambi idea».

I sindacati temono il meccanismo del massimo ribasso e del subappalto.

«Il problema esiste. Gli elementi qualitativi devono contare di più all'interno delle selezioni che si fanno. Anche subappalto è un tema vero ma la soluzione proposta dai sindacati non è quella adeguata».

L'esperienza del Ponte Morandi è davvero replicabile?

«È una esperienza estremamente positiva per il tempo di realizzazione e la qualità realizzativa. Se però dobbiamo guardare i costi realizzativi non può essere portato come benchmark. Io piuttosto prenderei le Leggi Obiettivo dei primi anni Duemila dei governi Berlusconi con cui abbiamo realizzato l'Alta Velocità. Il Ponte Morandi ha dimostrato che l'ingegneria e il mondo delle costruzioni italiani sono in grado di realizzare opere di livello internazionale in tempi rapidissimi come e quanto i migliori al mondo. Un ottimo viatico per il Ponte sullo Stretto.

Oggi il clima è cambiato e ci sono le condizioni per realizzarlo».

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