
Un Dna antiviolento e dialogante con gli avversari, un posizionamento moderato e popolare, a sostegno dell'Ucraina. Sono queste, per Carlo Calenda, le cose in comune di Azione e Forza Italia. "È già tanta roba", dice entrando alla kermesse dei giovani azzurri a San Benedetto del Tronto.
Il leader di Azione partecipa ad un dibattito e chiarisce quanto le sue idee siano distanti da un lato dal M5S e dall'altro dalla Lega. Ma con gli azzurri si può trovare un percorso comune. "Bisogna lavorare - dice- con tutti quelli che condividono il posizionamento internazionale dell'Italia, ognuno dalla sua posizione, sulle cose da fare".
Prima del suo intervento, dal palco di Azzurra libertà, il leader Antonio Tajani ha ricordato che già c'è stata "qualche convergenza", come alle elezioni in Basilicata dove Azione ha appoggiato Vito Bardi e ora a Milano... "C'è voglia di cambiare, se individuassimo con Azione un candidato civico potremmo convergere per dare risposta concrete alla città". Così, per il vicepremier, Fi dimostra di essere "sempre elemento di dialogo e di confronto, mai di rottura, fermo restando che siamo forti e solidi al governo".
Calenda ringrazia dell'invito, dicendo che il suo partito e quello azzurro, "anche Atreju, per la verità", sono gli unici che invitano gli avversari. "Io dialogo con Antonio - spiega- anche con la Meloni e va fatto un lavoro, voi dentro al centrodestra io da liberale indipendente, perché quando le cose si faranno dure si vedrà chi avrà la forza morale per difendere l'Europa come ultimo baluardo dell'Occidente. Su voi sono sicuro, sui vostri alleati non so. E io con chi difende Putin, non mi siedo al tavolo". Azione nelle Marche non corre, ma se lo facesse "non voterei sicuramente chi propone i redditi di cittadinanza, no ai termovalorizzatori e no alle infrastrutture" dice Calenda. Cioè i 5s, che fanno parte della coalizione dei centrosinistra con candidato Ricci.
Più volte, Calenda attacca Matteo Salvini e Roberto Vannacci, con uno strale avvelenato anche per Adolfo Urso. Lui che è stato ministro dello Sviluppo dice che al successore di FdI non affiderebbe "neppure il chiosco della grattachecca". Calenda sottolinea: "Non penso che la destra al governo sia un pericolo democratico". L'importante è "non farsi sottomettere dagli estremisti".
Poi marca la distanza con il M5S ("Niente campo largo. Azione è nata contro la iattura del reddito di cittadinanza"), anche sull'attacco di Alessandra Maiorino a Tajani in Senato, lui che è stato il primo dell'opposizione ad offrire solidarietà al ministro degli Esteri. "Io condivido le linee di Tajani in politica estera - dice-, anche se sarei stato più duro con il governo di Israele, ma questo si può dire in modi civili e senza infantilismi".
A margine, il governatore della Sicilia Renato Schifani, ha abbandonato la convention rinunciando al suo intervento dopo un acceso diverbio con Carlo Calenda: "Ha offeso la Sicilia, un comportamento assurdo da parte di un ospite, lui era a casa mia in quel momento", dice all'Ansa Schifani, che è anche presidente del consiglio nazionale di Fi. Tutto è accaduto fuori dal tendone, poco prima dell'intervento di Calenda sul palco e davanti a decine di persone.