"Arrogante", "Trasformista": rissa Conte-Calenda

Il presidente del M5S va all'attacco: "È arrogante". Ma il leader di Azione lo zittisce: "Detesto le sue furbizie e le sue giravolte a seconda dell'opportunità"

"Arrogante", "Trasformista": rissa Conte-Calenda

La schiettezza di Carlo Calenda non rappresenta certo una novità. L'ex ministro dello Sviluppo economico si è sempre espresso in maniera diretta, senza giri di parole, usando dichiarazioni al veleno per pungere gli avversari politici ma anche qualche compagno di partito. Un personaggio politico che, nonostante sia stato in grado di attirare voti trasversali, appare molto divisivo sulla scena del dibattito pubblico. E così in questi giorni non stanno mancando scontri sui social, soprattutto con Giuseppe Conte e Giorgia Meloni.

L'attacco di Conte

Nelle scorse ore il leader di Azione ha fatto sapere che al ballottaggio voterà per Roberto Gualtieri. In precedenza però aveva fatto una richiesta chiarissima al candidato del Partito democratico: tenere fuori il Movimento 5 Stelle dalla prossima Giunta targata eventualmente centrosinistra. Una condizione accolta da Gualtieri: "L'ho detto e lo confermo. Noi siamo abituati a fare quello che diciamo".

La mossa di Calenda ha infastidito Conte, che evidentemente si è risentito e in maniera stizzita ha giudicato l'atteggiamento del numero uno di Azione. "Gli auguriamo buona fortuna, ma è all'inizio di un cammino politico nazionale, e quindi dettare condizioni agli altri mi sembra quanto meno arrogante", ha lamentato il presidente del Movimento 5 Stelle. Che però farebbe bene a guardare in casa propria: l'ex premier è stretto tra due fuochi e adesso rischia di innescare una miccia pericolosa nel M5S in vista del ballottaggio nella Capitale.

La replica di Calenda

Le forti parole usate non sono ovviamente passate inosservate. Calenda è passatto al contrattacco, affidando a un post su Twitter la replica seccata alla frecciatina lanciata: il leader di Azione considera Conte un "campione di qualunquismo e trasformismo", e gli rinfaccia il fatto di non averlo mai sentito "fare un ragionamento interessante o affrontare una questione con competenza".

Anche perché è sotto gli occhi di tutti come l'ex premier, con facilità disarmante, abbia cambiato posizioni dal governo

gialloverde a quello giallorosso. Una mossa camaleontica che di certo Calenda non apprezza: "Detesto le sue furbizie sui decreti sicurezza e le sue giravolte da sovranista a riformista a seconda dell'opportunità".

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