Magistratura

Camere penali in agitazione: sulla sicurezza Nordio si fermi

"Nuove fattispecie di reato, inasprimento delle pene, limiti ai benefici penitenziari. Il ministro Carlo Nordio si fermi sul pacchetto sicurezza e ripensi il provvedimento, lungi dall'essere una riforma della giustizia in senso liberale"

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«Nuove fattispecie di reato, inasprimento delle pene, limiti ai benefici penitenziari. Il ministro Carlo Nordio si fermi sul pacchetto sicurezza e ripensi il provvedimento, lungi dall'essere una riforma della giustizia in senso liberale». L'Unione delle Camere penali annuncia lo stato di agitazione contro un pacchetto sicurezza che «intraprende la strada della retorica e del populismo giustizialista».

«Si sono inasprite le pene, in violazione anche del principio di offensività e di proporzionalità, eppure il ministro sa benissimo che l'intimidazione dietro l'aumento delle pene è inutile», dice al Giornale il presidente delle Camere penali Francesco Petrelli, critico sulle norme che inaspriscono l'occupazione abusiva. «Le leggi ci sono, si criminalizzano certi comportamenti senza lavorare sulle cause di disagio sociale che generano questi fenomeni». Con risultati che rischiano di essere disastrosi. «Per le forze dell'ordine sarà difficile capire chi è l'occupante e chi no», dice ancora il legale, che ha già chiesto al Guardasigilli un incontro. Il tema più urgente è l'abrogazione delle norme che impediscono al legale di proporre autonomamente l'impugnazione delle cause, su cui Nordio si sarebbe già personalmente pronunciato favorevolmente. «Oggi i soggetti più deboli sottoposti a procedimento penale, privi di domicilio stabile e assistiti da un difensore d'ufficio, non possono accedere ai successivi gradi di giudizio. Il processo è diventato un gioco dell'oca non è più costruito sui diritti dell'imputato, anzi. La riforma Cartabia difende il processo dai diritti degli imputati mentre si incrementa un sistema carcerocentrico produttivo di sovraffollamento e di inaccettabili (e incostituzionali) condizioni di vita».

L'allarme dei legali parte anche da un'amara osservazione: «È grave anche la cancellazione del differimento obbligatorio della pena per le donne incinte o madri di prole in tenera età. Il Paese è colpito dai fatti di sangue, l'informazione ha una grande responsabilità perché parla alla pancia del Paese, stimolando i sentimenti più istintivi. Così facendo si fa leva sul sentimento di insicurezza strumentalmente diffuso nella collettività. Ma siamo uno dei meno pericolosi d'Europa, con la curva degli omicidi in discesa», sottolinea Petrelli.

«Dire che lo Stato dà un segnale è una dichiarazione di impotenza».

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