"La Campania deve cambiare. Sono disponibile a candidarmi"

Il viceministro Edmondo Cirielli pronto: "Basta coi disastri Fico e De Luca? Anni di liti e ora alleati?"

"La Campania deve cambiare. Sono disponibile a candidarmi"
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Edmondo Cirielli, viceministro agli Esteri, nella lunga intervista al Giornale, parla da candidato in pectore per le regionali in Campania: "Fico è una delusione, pronto a sedermi con Calenda".

Viceministro, ci dia una notizia. È lei il candidato in Campania?

"I vertici nazionali stanno ancora valutando. Una decisione sarà presa, credo, anche alla luce dei sondaggi. Personalmente ho piena fiducia in loro. Ho dato la mia disponibilità.

Dieci anni di De Luca, sanità e trasporti sono i settori messi peggio. Come si riparte?

"Sulla sanità, grazie al governo Meloni, rispetto al passato in Campania sono arrivati decine di milioni di euro in più, grazie a un cambiamento di paradigma che premiava solo le regioni con popolazione più anziana. È qualcosa che nessun governo aveva mai fatto, e contro quel sistema De Luca non si è mai opposto. Credo che il problema sia di organizzazione e di sistema. De Luca ha politicizzato le scelte. Per i trasporti, servono cambiamenti significativi. Serve rinnovare il parco automezzi e potenziare le linee ferroviarie regionali, molto carenti, come la Circumvesuviana".

De Luca non sarà candidato. Fico rischia di esser percepito come una novità politica. Teme questo rischio?

"Fico non è una novità politica: è stato presidente della Camera e ha avuto un ruolo di primo piano nei 5 Stelle. La mia è una critica politica, legata all'incapacità amministrativa e all'opportunismo. Dopo anni di scontri con De Luca, ora è pronto ad allearsi con lui per una poltrona. È una delusione".

Stefano Caldoro nel 2020 si è fermato al 18% in Campania. Se il centrodestra non allarga il perimetro della coalizione difficilmente potrà vincere questa partita.

"Credo che questa volta solo Fratelli d'Italia prenderà il 18% e il centrodestra andrà ben oltre il 40%. Credo inoltre sia giusto ricorrere a liste civiche. Se dovessi essere indicato come candidato, le porte sarebbero aperte a chi vuole cambiare, riconoscendo il disastro esistente. Con Calenda è un discorso diverso: rappresenta un centro moderno e democratico, e credo possa essere un alleato sul piano programmatico".

Le inchieste di Milano, Pesaro, Bari, Bologna. Lei resta garantista?

"Resto garantista. Ma credo che la sinistra abbia pensato di potersi permettere tutto. Il voto di scambio non è mai stato veramente perseguito. Continuo a essere garantista e convinto che un avviso di garanzia non debba per forza portare a dimissioni".

Viceministro, sembra riaprirsi il dibattito su una nuova legge elettorale. Lei auspica che ci siano correttivi all'attuale sistema elettorale?

"Credo che dobbiamo restituire la democrazia al popolo. Va bene una quota di parlamentari eletti con liste bloccate, ma la mancanza delle preferenze sta distruggendo la democrazia nel Paese e all'interno dei partiti. È importante che in Parlamento arrivino persone che hanno consenso nei territori. Inoltre, i collegi, così grandi, oggi non hanno senso".

Con l'Ucraina fino alla vittoria. La posizione di Fratelli d'Italia è sempre stata chiara. Eppure sul fronte non ci sono evoluzioni.

"L'Italia di Giorgia Meloni ha detto chiaramente di essere al fianco dell'Ucraina per impedirne la sconfitta e arrivare a una pace diplomatica. L'Ucraina è vittima di un'aggressione e vive un'ingiustizia quotidiana. La sconfitta militare dell'Ucraina sarebbe un disastro per il mondo".

La Francia sarà il primo paese del G7 a riconoscere lo Stato di Palestina. Come giudica la decisione?

"Quella francese è una scelta che non ha effetti pratici e rischia solo di aggravare il conflitto. Noi siamo per due popoli e due Stati, secondo gli accordi di Oslo. L'unico legittimato a trattare è l'Autorità Nazionale Palestinese. Speriamo si arrivi presto a un cessate il fuoco, alla fine della dittatura di Hamas a Gaza e alla liberazione degli ostaggi".

Concretamente quali benefici sta portando e porterà in futuro per gli italiani il Piano Mattei?

"Abbiamo quadruplicato gli interventi finanziari e trattato direttamente con i Paesi partner. In passato i fondi andavano solo al sistema delle Nazioni Unite.

Oggi arrivano anche indirettamente al sistema economico italiano, che sta formando personale e aziende, creando un grande rapporto diplomatico. Il Piano Mattei è stato adottato anche da Ue e G7: rappresenta un modello vincente".

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