
Porterà il suo stile fra le nuvole Giorgio Armani che non vedeva differenze fra il corpo e l'anima, il grande artista della moda che con la sua eresia era diventato il nostro grande campione. Orgoglio nazionale e gloria nel mondo, un mecenate che nello sport aveva trovato modelli che sapevano ispirarlo, perché nella sfida agonistica trovava, come gli spettatori, nei campioni in campo o sulle piste, una energia capace di elettrizzare davvero.
Scelse il basket perché lo trovava sport speciale dopo essersi appassionato andando a vedere le partite della sorella cestista. Come ha fatto sempre si è avventurato nel mondo dei canestri quando sentiva che la storia di una grande società perdeva colore. Lo ha fatto nello sport, come nella vita professionale andando a cercare la tradizione sapendo che come nel suo lavoro la legge del lusso non era aggiungere ma togliere e ai campioni ricordava che essere famosi vuol dire volerlo essere sempre.
Se ne è andato lasciando alla fondazione e al suo grande compagno Dell'Orco il destino della società più scudettata. Presa, meglio salvata rilanciata nel 2008 per arrivare a vincere quindici trofei e sei scudetti. Ha sofferto con Ettore Messina, da lui sempre protetto, forse perché vedeva nella sua ostinazione per il rispetto del gioco e del particolare la stessa passione che serviva a lui quando con righello e matita disegnava capolavori, lasciando sempre un segno, un marchio. Anche le divise per la squadra olimpica, per il grande sport, avevano qualcosa di speciale perché chi le aveva pensate c'era stato dentro in quelle tute, sotto quelle maglie. Le volevano tutti al villaggio olimpico e il baratto era libero, anche se non molti degli azzurri lasciavano volentieri quello che era qualcosa di più di un vestito per andare in battaglia, per tenersi caldi.
Conoscendo lo spirito battagliero starà discutendo con gli angeli della maison paradiso perché questa morte gli impedirà di vedere completata la vendetta sugli amici bolognesi che con la Virtus gli hanno preso l'ultimo scudetto. Lui e Messina avevano deciso di farlo insieme questo ultimo percorso: la grande sfida in campionato ma, soprattutto in Eurolega, perché ad Armani vincere in campo internazionale dava un brivido speciale.
Le divise per Milano-Cortina ci ricorderanno chi le ha create, così come anche soltanto una fascetta col marchio EA7. Vero che al Forum aveva la sua sedia privilegiata a bordo campo ma, cosa davvero speciale, non ha mai fatto un'invasione di territorio. Nella sua vita ha saputo insegnare, felice che quei talenti potessero ispirarsi anche a lui.
Guardare quella sedia vuota al Forum sarà triste, ma ancora più triste sarebbe se chi lo rappresenta non lo facesse sorridere mentre tira a canestro o va in discesa libera dicendo pazienza se non vi piacciono tutti i miei vestiti.