La candidata bruciata viva dai ribelli delle Farc

La candidata bruciata viva dai ribelli delle Farc

Karina Garcia, candidata a sindaco di Suarez, nel Sud-Ovest della Colombia, è stata uccisa assieme ad altre cinque persone che viaggiavano con lei. L'auto blindata su cui era la candidata del partito liberale insieme alla madre e alla scorta è stata crivellata di colpi di mitragliatori e successivamente data alle fiamme. In un tweet il difensore civico della Colombia ha condannato il «massacro». L'area dov'è stata uccisa Garcia - già in passato minacciata di morte - «è una zona della comunità indigena» ripetutamente colpita dalla violenza legata al traffico di droga e all'estrazione illegale, ha spiegato Jair Rossi, il difensore civico regionale.

Le autorità colombiane hanno confermato la responsabilità dei dissidenti delle ex Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) nell'omicidio plurimo. Il massacro sarebbe opera dell'ex guerrigliero noto con il soprannome di «Mayimbù», capo di una fazione locale dei combattenti che non hanno aderito agli accordi di pace di fine 2016. Mayimbù è «capo di un gruppo di dissidenti delle Farc» e si ritiene sia responsabile «per l'influenza che ha nella zona in cui si è compiuto il crimine atroce». Da parte sua, il ministro della Difesa Guillermo Botero ha offerto una ricompensa di 44mila dollari a chiunque fornisca informazioni sui leader della dissidenza delle Farc operanti proprio nella provincia sudoccidentale di Cauca. Di ispirazione marxista, le Farc sono state a lungo la principale organizzazione ribelle della Colombia.

Le azioni terroristiche portate avanti si sono spesso intrecciate con le azioni delle potenti reti del narcotraffico che imperversano nel Paese. Dal 2011 il gruppo è guidato da Rodrigo Londono Echeverri «Timochenko». Grazie agli accordi di pace del 2016, l'ex guerriglia ha potuto organizzarsi in un partito politico.

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