È in carcere per due stupri Gli islamici: Ramadan libero

Alberto Giannoni

Milano Una vera e propria campagna è partita per difendere Tariq Ramadan, accusato di stupro da due donne, sottoposto a custodia cautelare in Francia dal 2 febbraio e da venerdì ricoverato in ospedale (secondo quanto riportato dal sito Bfm.tv). La campagna per Ramadan viene orchestrata da alcuni dei più noti esponenti dell'islam, anche in Italia, e va oltre l'innocentismo, evocando scenari complottisti o discriminazioni anti-islamiche. Ramadan è il più noto e controverso degli intellettuali musulmani. Sostenuto dal Qatar, amato nelle moschee, nipote del fondatore dei Fratelli musulmani, il professore-predicatore era già considerato l'ideologo di un islam ambiguo. Adesso la sua stella mediatica è ancor più appannata, anche perché il tema-diritti delle donne è un vero e proprio punto debole per l'islam politico. Nonostante tutto, i musulmani italiani non hanno dubbi sulla sua innocenza, anzi avanzano forti dubbi sulla giustizia francese e si mobilitano per quello che considerano un leader carismatico (tanto da averlo invitato a Milano alla vigilia delle elezioni comunali nel 2016). Per il leader delle moschee milanesi Omar Jibril di tratta di accuse infondate e calunnie. «Forse è l'unico modo che hanno trovato - dice - per far tacere il più importante intellettuale e filosofo musulmano europeo di sempre».

E un appello per la liberazione lo lancia il comitato promotore della Costituente italiana, guidato dal fondatore dell'Ucoii Hamza Piccardo e dal figlio Davide, ex coordinatore delle moschee di Milano. La Costituente adombra un «atteggiamento discriminatorio», definisce Ramadan un «onorato e rispettato esponente di primo piano della comunità islamica europea» e - chiedendo l'applicazione delle garanzie processuali e il rispetto della presunzione d'innocenza - denuncia il fatto che Ramadan, «trattato alla stregua di un pericoloso criminale», «è stato oggetto di un indegno linciaggio mediatico».

Secondo un certificato medico citato dalla tv e attestante l'incompatibilità della detenzione, l'islamologo soffre di sclerosi multipla e di un'altra malattia. Giovedì ha fatto appello contro la detenzione, respinto, e la Corte d'Appello di Parigi ha ordinato una perizia medica in vista della nuova udienza fissata per il 22 febbraio.

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