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Ora il cardinale difende Salvini: "Chiesa è troppo politicizzata"

"Dire, come hanno fatto il direttore di Civiltà cattolica, padre Antonio Spadaro, e il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, che Salvini non è cristiano perché è contro l’immigrazione, è stato un errore. In questa fase la Chiesa fa troppa politica e si occupa troppo poco di fede"

Ora il cardinale difende Salvini: "Chiesa è troppo politicizzata"

Il cardinale Gerhard Müller, preoccupato che certe ultime prese di posizione dei vertici della Chiesa possano separare ancora di più la gerarchia dalla base dei fedeli, è sceso in campo per difendere Matteo Salvini e non ha lesinato critiche al Presidente dei vescovi italiani, il cardinale Gualtiero Bassetti, e allo spin doctor vaticano padre Antonio Spadaro.

Intervistato da Massimo Franco sull’edizione cartacea del Corriere della Sera di martedì 28 maggio, il cardinale tedesco ha duramente criticato il leader della Conferenza episcopale italiana Bassetti e il gesuita siciliano. "Dire, come hanno fatto il direttore di Civiltà cattolica, padre Antonio Spadaro, e il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, che Salvini non è cristiano perché è contro l’immigrazione, è stato un errore. In questa fase la Chiesa fa troppa politica e si occupa troppo poco di fede".

Il cardinale tedesco, già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’ex Sant’Uffizio, ha ulteriormente specificato che "un’autorità ecclesiastica non può parlare in modo dilettantesco di questioni teologiche. E soprattutto non deve immischiarsi nella politica, quando ci sono un Parlamento e un governo legittimati democraticamente, come in Italia. Meglio parlare con Salvini, discutere, o correggerlo quando è necessario".

La dura reprimenda di Gerhard Müller si riferisce alle prese di posizione di entrambi gli accusati nei giorni precedenti le ultime elezioni europee. L'arcivescovo di Perugia Bassetti, senza nominare esplicitamente il Vicepresidente del Consiglio e riferendosi all’atto di affidamento al Cuore Immacolato di Maria proposto in Piazza Duomo dal leader leghista (e replicato dal presidente brasiliano Bolsonaro poche ore dopo), aveva affermato che "non si vive di ricordi, di richiami a tradizioni e simboli religiosi o di forme di comportamento esteriori!".

Padre Antonio Spadaro, invece, ha criticato pesantemente Salvini sia prima che dopo la giornata elettorale di domenica 26 maggio. Sul suo profilo Twitter Spadaro aveva scritto il 18 maggio che "c’è chi in campagna elettorale usa Dio e i santi e c’è pure chi vende monete per pregare per la rielezione del proprio candidato. L’uso strumentale della religione sembra non conoscere più decenza". Non contento aveva aggiunto, sempre lo stesso giorno che "Rosari e crocifissi sono usati come segni dal valore politico, ma in maniera inversa rispetto al passato: se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio". Il giorno dopo, con un criptico messaggio aveva spiegato che "Radici cristiane dei popoli non sono mai da intendere in maniera etnicista. Le nozioni di ‘radici’ e di ‘identità’ non hanno medesimo contenuto per il cattolico e per l’identitario neo-pagano. Etnicismo trionfalista, arrogante e vendicativo è anzi il contrario del cristianesimo". Spadaro, il 26 maggio, dopo aver appreso i dati elettorali e dopo la pubblicazione della foto di Salvini che indicava il risultato ottenuto (Lega primo partito in Italia, votato da un terzo degli italiani) ha commentato l’immagine scrivendo: "Ecco che fine ha fatto l’immagine di Gesù: tra un tapiro e un cappello maga ‘Make America Great Again’. Nel deposito dei simboli utili selezionati a festeggiare il proprio successo".

Tutte queste prese di posizione hanno irritato non poco Papa Francesco e lo stesso cardinale Gerhard Müller che al Corriere ha spiegato che è grave che i vescovi confondano "le questioni di fede con quelle politiche. Puoi criticare chi non accetta dei principi, ma non chiudere le porte. E poi ci sono Paesi che vogliono scristianizzare l’Italia e l’Europa, mentre Salvini si è rifatto ai patroni dell’Unione Europea, alle sue radici cristiane. Preferisco chi parla di tradizione cristiana a quanti la rimuovono. È assurdo che collaboratori del Papa come Spadaro si ergano a giudici politici. Chi lo autorizza?".

Il porporato tedesco ha spiegato che non vuole dare troppa importanza a Spadaro ma ricorda che lo stesso Spadaro "si pone come portavoce del Santo Padre, quindi...". E poi ha aggiunto che "teologicamente è una bestialità dire che una persona non è cristiana, se è stata battezzata e cresimata. È un giudizio politico".

Padre Antonio Spadaro, sempre su Twitter, ha risposto a questa affermazione attraverso una excusatio non petita scrivendo una smentita: "non ho mai detto di una persona specifica che non è cristiana" e lanciando una stoccata: "la torsione clericale del metodo populista approfitta del fatto che le persone si sentono oggi sfrattate dal loro immaginario religioso, che vedono difeso meglio dalla narrativa della ‘religiosità civile’ ben compresa nel tempo da Salvini, Berlusconi…".

Müller, nell'intervista di stamane ha attaccato anche gli alti prelati iper progressisti della sua nazione d’origine spiegando che "alcuni vescovi tedeschi si occupano più di politica che di fede. Ma il Concilio Vaticano II parla di neutralità della Chiesa cattolica rispetto alla politica e parla dell’autonomia della politica". A Massimo Franco il cardinale tedesco ha anche spiegato che non difende Salvini "ma il suo essere e definirsi cattolico. Non si può dire che chi non condivide l’accoglienza degli immigrati non è cristiano. Chiaramente dobbiamo accogliere gli immigrati, ma non identificarci con una sola politica. La gente non capisce, è disorientata. È singolare che il Papa riceva le persone più laiciste, e non Salvini. Dialoga col regime del Venezuela, o con la Cina che mette milioni di cristiani nei campi di rieducazione, distrugge le chiese, perseguita i cristiani. Ma qui in Italia non siamo in Cina. Devi parlare con tutti in uno spirito di fratellanza".

Il Cardinale ha specificato che cattolici ce ne sono "anche nel M5S, in ogni partito. Difendo la loro fede, non la loro politica. Non si può negare la fede religiosa a chi milita in un partito e non in un altro".

Adesso sul web in molti chiedono le dimissioni del Cardinale Bassetti (come ha fatto sul

com/2019/05/27/spallone-adesso-bassetti-si-dimetta-la-sconfitta-della-cei-e-del-partito-dei-mass-media-faziosi/" data-ga4-click-event-target="external" target="_blank" rel="noopener">blog Stilum Curiae l’avvocato Giorgio Spallone di Bologna) e l’allontanamento dal Vaticano di Padre Antonio Spadaro, come gesto di buona volontà "per ricucire lo strappo tra una parte della gerarchia vaticana e i fedeli cattolici".

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