Politica

Carfagna smonta i rumors: "Non mollo"

L'azzurra: resto in Forza Italia. Dal Piemonte appello alla compattezza

Carfagna smonta i rumors: "Non mollo"

Fabrizio de Feo

Roma «Lasciare Forza Italia? No, assolutamente. Voglio stroncare con chiarezza ogni suggestione di questo tipo. Mi spinge il desiderio di mettere insieme le tante voci libere e qualificate che ci sono in Italia, per aiutare la politica a trovare soluzioni concrete. Gli italiani sono stufi dei parolai». Mara Carfagna, intervenendo a Radio 24, prova a lanciare acqua sul fuoco delle polemiche innescate dall'imminente varo della sua associazione Voce Libera. «Chi non si rassegna al ruolo subalterno di Forza Italia, come noi, decide di combattere e difendere quelle stesse ragioni della discesa in campo di Berlusconi di 25 anni fa». Nessuna critica diretta, però, verso il Cavaliere. «Berlusconi non si è rassegnato. Forza Italia è sempre stata il perno della coalizione di centrodestra e non credo proprio che lui si sia arreso a questa situazione».

Il clima dentro il partito resta elettrico. «Dopo la parentesi di Cambiamo, ora spunta dal nulla l'associazione Voce Libera. Come nel primo caso, a parole si giustifica la nascita di questa nuova realtà con una esigenza di riorganizzazione interna al partito e con il bisogno di dare nuova forza al pensiero di Forza Italia. Nel primo caso sappiamo come è andata a finire e non vorremmo che si profilasse una lacerante diaspora consumata dall'interno del partito per logorarlo. Sinceramente non ne abbiamo bisogno, lo diciamo da parlamentari tutti di prima legislatura: siamo stanchi che si ponga il personalismo dei pochi, davanti agli interessi di Forza Italia» scrivono in una nota Paolo Zangrillo, Roberto Pella, Roberto Rosso e Diego Sozzani rispettivamente coordinatore e vicecoordinatori degli azzurri in Piemonte. «La centralità di Forza Italia» continuano con diretto riferimento al percorso di Mara Carfagna «si costruisce dall'interno di Forza Italia, magari evitando di rinunciare alle cariche nazionali per salire sull'Aventino e darsi l'alibi di guardarsi attorno». L'accento viene quindi posto sull'esigenza di unità, esattamente come fa Maria Tripodi. «Milito in Forza Italia dai primi anni 2000. Se c'è una cosa che ho imparato in questa lunghissima militanza politica è il valore dell'unità». Si complica, intanto, la lunga trattativa per la scelta del governatore del centrodestra in Calabria. L'ufficializzazione di Jole Santelli ancora non arriva. Uno stallo dovuto al tentativo di disinnescare una possibile candidatura di uno dei fratelli Occhiuto, in polemica con il veto posto dalla Lega sui loro nomi. Ma anche all'altolà imposto da Giorgia Meloni, che ha chiesto a Fi e Carroccio di siglare un accordo complessivo su tutte le regioni che vanno al voto, incamerando per Fdi come da accordi le Marche e la Puglia.

Una quadratura del cerchio che tra veti nazionali e locali appare difficile da realizzare.

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