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Carriere separate. Meloni all'Europa: "La nostra riforma coerente con la Ue"

L'incontro tra la premier e il commissario sul nuovo ordinamento di pm e giudici: "È lo stesso delle grandi democrazie". McGrath vede pure Nordio e Mantovano

Carriere separate. Meloni all'Europa: "La nostra riforma coerente con la Ue"
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"La riforma della giustizia nel suo complesso e, in particolare, la separazione delle carriere dei magistrati, è coerente con i sistemi in vigore nelle più importanti nazioni europee. In un clima positivo e costruttivo, il Governo continuerà ad aggiornare la Commissione europea sui contenuti della legge attuativa della riforma, se la stessa sarà confermata dal referendum". È attraverso questo passaggio, diffuso da Palazzo Chigi al termine dell'incontro tra Giorgia Meloni e il commissario europeo Michael McGrath, che il governo sceglie di imprimere una cornice politica alla visita del Commissario europeo per Democrazia, Giustizia e Stato di diritto.

Uno statement non casuale: la premier coglie l'occasione per marcare una continuità tra il progetto italiano e gli standard europei, nel pieno della campagna politica che accompagna la riforma costituzionale destinata al giudizio referendario. E rivendicare che la separazione delle carriere non è un'anomalia, ma "una caratteristica delle principali democrazie europee", mostrandosi in sintonia con Bruxelles proprio sul terreno più delicato, quello dello Stato di diritto. La visita di McGrath, preceduta da un approfondito confronto con il sottosegretario Alfredo Mantovano, ha fornito la cornice istituzionale per questo messaggio politico. Nei colloqui, riferisce Palazzo Chigi, sono stati passati in rassegna i passaggi dell'iter costituzionale e i futuri adempimenti in caso di vittoria del sì. Meloni ha ribadito l'intenzione di mantenere un dialogo costante con la Commissione, presentando la riforma come un tassello del comune impegno per rafforzare lo Stato di diritto.

Il commissario, nel suo tour istituzionale, ha incontrato anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha illustrato i punti cardine della riforma e discusso con McGrath della proposta di direttiva Ue anticorruzione. Anche qui, Roma ha insistito sull'allineamento europeo: modernizzazione dei procedimenti, digitalizzazione, separazione delle funzioni. Un biglietto da visita, insomma, per un'Italia che vuole presentarsi come uno Stato riformatore che lavora per far crescere la propria affidabilità.

Il passaggio parlamentare di McGrath ha aggiunto un ulteriore tassello politico. Davanti alle commissioni riunite, il commissario ha illustrato il nuovo "scudo europeo per la democrazia", un pacchetto di misure per contrastare ingerenze esterne, disinformazione e fragilità mediatica. Temi che la maggioranza ha colto per rivendicare la necessità di un'informazione trasparente e di istituzioni solide. Il senatore Giulio Terzi di Sant'Agata, presidente della Commissione Politiche Ue, ha parlato di un'"occasione preziosa" e ha consegnato a McGrath una risoluzione sulle misure contro la propaganda ostile, collegando la battaglia sulla disinformazione ai fronti più sensibili della democrazia europea. Se Bruxelles, dunque, chiede sistemi giudiziari più efficienti e spazi informativi più resilienti, suggerisce Palazzo Chigi, l'Italia sta camminando su quella strada.

L'incontro con McGrath diventa così l'occasione per Meloni di consolidare una linea politica: la riforma non è una fuga in avanti ma un avvicinamento agli standard europei. E il referendum, nella lettura della premier, sarà chiamato a confermare una scelta che non isola il Paese, ma lo integra nel solco delle principali democrazie.

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