
La Lega rialza la bandiera contro l'Europa. L'annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sull'introduzione dei dazi, dal primo agosto, ridà fiato all'ala anti-euro nel Carroccio. Da Borghi a Bagnai, il fronte più ortodosso riprende forza contro la svolta europeista degli ultimi anni. L'ala vannacciana sorride. Un cambio di linea che però pone un problema politico nella maggioranza. Fdi e Forza Italia, pur con posizioni critiche, per ora non seguono la virata leghista. La posizione anti Europa rischia, inoltre, di aprire una frattura tra la Lega e il mondo produttivo. I dazi di Trump colpiranno soprattutto il settore del Made in Italy che da sempre ha nel Carroccio un interlocutore privilegiato. La partita dei dazi per il partito del vicepremier Matteo Salvini diventa il pretesto per mettere nel mirino l'Unione europea e le sue regole.
A sdoganare il valzer di dichiarazioni contro Von Der Leyen resta il capo: "Trump non ha motivi per prendersela con il nostro Paese. Ma ancora una volta paghiamo il prezzo di un'Europa a tradizione tedesca. Anziché minacciare ritorsioni contro gli Usa. La tedesca Von der Leyen azzeri l'eccesso di burocrazia Ue che è il vero dazio che pagano le nostre imprese".
L'attacco all'Europa a trazione tedesca è il cuore delle tesi di Claudio Borghi, il vero ispiratore (con Alberto Bagnai) dello scontro con l'Ue sulle politiche economiche. Borghi in un video analizza le cause dei dazi varati da Trump. Tutta colpa dell'euro che ha favorito le merci tedesche creando squilibri nella bilancia commerciale. La soluzione per Borghi è una trattativa bilaterale tra Usa e Italia per alleggerire il peso dei dazi, abbandonando la strada dei contro dazi. Linea che dà fiato anche all'altro ideologo del no Euro: Alberto Bagnai.
Anche il numero due del partito Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro: "Ci troviamo in questa situazione per colpa dell'Europa, di questa Unione guidata da Ursula von der Leyen a completa trazione tedesca.
Le politiche europee di Ursula in questi anni sono state fallimentari e ispirate dalla Germania: penso al disastro fatto sull'automotive che ci sta facendo perdere migliaia di posti di lavoro", sottolinea Durigon, che a livello di Lega afferma di "non condividere la linea dura di von der Leyen, il minacciare dazi contro dazi" e per il quale "la presidente della Commissione Ue dovrebbe consentire più spazio di azione ai singoli Paesi nella mediazione" dice in un'intervista a Repubblica.