Casaggi risponde all'Anpi: "Basta soffiare sull'odio e negare le foibe"

I militanti della destra sociale toscana contro l'Anpi che si oppone alla nascita di un circolo sul territorio

Casaggi risponde all'Anpi: "Basta soffiare sull'odio e negare le foibe"

"Apprendiamo dagli organi di stampa che l’Anpi, l’associazione dei partigiani che gode di finanziamenti pubblici ed elargisce patenti di democrazia, avrebbe dichiarato inaccettabile la nostra presenza sul territorio della Valdisieve. Vorremmo sgomberare subito il campo da ogni equivoco, anche per evitare ulteriori sollecitazioni emotive nel caldo torrido e destabilizzante di questi giorni: noi, a casa nostra, abbiamo tutta l’intenzione di continuare a starci e a farci politica".

I militanti del centro sociale Casaggi che si stanno organizzando per aprire un loro circolo nella Valdisieve non si arrendono ma anzi passano al contrattacco dopo l'allarme lanciato nei giorni scorsi dal circolo Anpi locale contro “l’apologia del fascismo, a partire dalle onorificienze tributate ai franchi tiratori repubblichini, ai massacratori della X MAS ed ai cosiddetti 'Martiri delle Foibe' con il reale obiettivo di legittimarsi e di legittimare il fascismo attraverso il revisionismo storico". "Casaggì, così come Casapound e tutte le altre organizzazioni neofasciste ad esse riconducibili - prosegue la nota dell'Anpi della Valdisieve - non hanno alcun diritto a spazi pubblici chiusi o aperti o a sedi istituzionali, visto che uno dei loro obiettivi sarebbero le prossime elezioni amministrative del 2019. Abbiamo già osservato i manifesti di Casapound affissi sui tabelloni elettorali in occasione delle scorse politiche e ci auguriamo che ciò non avvenga mai più in futuro". Da Casaggi ribattono:"Non abbiamo voglia di rispondere ai solerti guardiani dell’antifascismo in merito al nostro diritto di esistere e alla nostra pericolosità, da loro richiamata, perché sarebbe oltremodo svilente doversi giustificare con chi non meriterebbe neanche queste poca considerazione: troviamo pericoloso, quello davvero, l’atteggiamento di chi si permette di lanciare allarmi del tutto immotivati, soffiando sul fuoco dell’odio politico e alzando la tensione, invocando repressioni e sbandierando un neanche troppo celato istinto di intolleranza delle idee altrui. Uno strano concetto di libertà, il loro: si ferma sempre dove finisce il confine della loro egemonia culturale, valoriale e politica". I ragazzi giudicano "di pessimo gusto il definire 'revisionista' la nostra attività in ricordo dei martiri delle foibe, con la quale da anni ricordiamo migliaia di vittime innocenti" anche perché “revisionista”, semmai, è l’attività di chi continua a negare o sminuire una tragedia che il nostro Stato ha voluto riconoscere con una giornata dedicata". "Ma comprendiamo che per i partigiani non sia facile ammettere un crimine atroce compiuto da altri partigiani. All’Anpi ci permettiamo di dare un consiglio: - conclude la nota - siamo nel 2015 e la guerra civile è finita molti, molti anni fa.

Pensate ai vostri connazionali che non arrivano alla fine del mese, ai tanti italiani colpiti dalla crisi, dai contratti a termine, dalla crisi economica, dal declino etico e morale che affligge questa Nazione, ormai privata di una sovranità popolare, nazionale e monetaria".

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