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Casaleggio è al governo e si occupa degli affari suoi

Il grillino ha collaborato al piano dell'esecutivo per la digitalizzazione, che è il settore nel quale fa business

Casaleggio è al governo e si occupa degli affari suoi

Tutti sapevano che suggeriva e consigliava, ma da ieri elabora e collabora. Il Conte II ha ufficialmente ingaggiato il campione del M5s. Davide Casaleggio è entrato al governo. Per preparare il piano per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese, il ministro Paola Pisano si è avvalsa del presidente di una società privata che opera nel campo del digitale: la Casaleggio Associati. A rivelarlo è stata la testata online Linkiesta, ma il documento è tanto pubblico da fare pensare o alla più sciocca delle imprudenze o alla volontà di farlo sapere a tutti. A pagina 29 del piano, quella dei ringraziamenti, Casaleggio viene infatti omaggiato insieme con altri «per il contributo all'elaborazione». Si torna dunque a quello che Matteo Orfini del Pd riconosce essere «un grumo di opacità intollerabile che Casaleggio non ha risolto».

Trattandosi di tecnologie e web, materie che sfuggono e che evolvono più velocemente del diritto, incalcolabili possono essere i conflitti fra il «collaboratore» Casaleggio e l'imprenditore Casaleggio che - si può leggere dal sito della sua società - «progetta il futuro digitale delle imprese combinando consulenza manageriale, esperienza e innovazione». Da quanto ha sempre dichiarato, uno degli obiettivi della sua agenda è l'identità digitale. Lo è anche per il ministro dell'Innovazione, ma chi può assicurare che non si incroci con i business di Casaleggio? Al capitolo 2 del piano si dice che ogni cittadino deve possedere un'identità digitale e «accedere a tutti i servizi digitali pubblici». Come rivelato in precedenti inchieste giornalistiche, la Casaleggio Associati è molto sensibile al tema dei pagamenti digitali. A finanziare i suoi report ci sono multinazionali del credito come Nexi (7.500 euro donati), ma anche Poste Italiane che nel libro Il sistema Casaleggio viene definito «sponsor affezionato». Parlando di corrispondenze, un altro punto è il domicilio digitale che «consentirà a chiunque di ricevere la propria corrispondenza avente valore legale in digitale». Significa nuove infrastrutture digitali, le stesse che Casaleggio da imprenditore chiede ogni anno a Ivrea. Al punto 7 si prevede invece il «Procurement semplificato per l'innovazione» per consentire «alle amministrazioni di acquisire prodotti e servizi digitali in maniera semplice». Si vuole «intervenire sui processi di gara di acquisto di tecnologia, proponendo un meccanismo di deroga al codice degli appalti per i servizi digitali». E la Casaleggio Associati vende prodotti digitali. Perfino la piattaforma Rousseau venne definita da Davide Casaleggio «un prodotto digitale».

Per tutte queste ragioni Forza Italia ha presentato un'interrogazione. L'ha firmata anche Michele Anzaldi di Italia Viva: «Ho sottoscritto l'interrogazione presentata dal collega Giorgio Mulè sul potenziale conflitto di interessi di Casaleggio». Ma spiegazioni le ha chieste pure il capogruppo al Senato del Pd, Andrea Marcucci. E nel cdm di ieri è saltata l'approvazione del Piano per l'Innovazione digitale: «Non c'erano le condizioni», spiega il dem Dario Franceschini. Aveva fatto di più un anno fa Carmelo Miceli, altro dem, che aveva presentato un ddl perché «il pericolo di conflitti di interessi di Casaleggio è concreto». Poi è cambiato il governo. Inevasa è però rimasta la domanda: chi è Casaleggio? Convoca a Milano il ministro degli Esteri di un Paese del G7. Perfino all'Onu ha parlato in quota Italia e ha avuto diritto di tribuna. Sono passati due governi, Luigi Di Maio è oggi in discussione, Beppe Grillo si sente una sardina.

Solo lui è rimasto intoccabile.

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