Case chiuse, ritorno con l'età pensionabile

Queste proposte per regolamentare la prostituzione, serie e meno serie, finiscono per assomigliarsi un po' tutte

Case chiuse, ritorno con l'età pensionabile
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È troppo facile fare gli spiritosi su certi temi, d'accordo, potremmo evitare: ma a una condizione. Cominciamo dalla rivelazione del Messaggero: l'ex casa delle libertà vuole riaprire le case chiuse (si scusi il bisticcio) nel senso che non è più soltanto la Lega a voler riaprire i bordelli di Stato abrogati nel 1958 dalla famigerata Legge Merlin: ora infatti, in Senato, è stato depositato anche un disegno di legge di Forza Italia su iniziativa del senatore Claudio Fazzone. Non è roba del Governo, va detto, e il diavolo è nei particolari: ma qui, perlopiù, i particolari non ci sono, perché è circolata solo una bozza di soliti buoni propositi (contrastare lo sfruttamento, far pagare le tasse, ecc.) più qualche dettaglio rivelatore. Di che cosa?

Risposta: queste proposte per regolamentare la prostituzione, serie e meno serie, finiscono per assomigliarsi un po' tutte; a differenziarle, in filigrana, s'intravedono tuttavia gli intenti prevalenti dei proponenti ossia per esempio non vedere sconcezze in strada, o incassare dalle partite iva, o sconfiggere il racket, o adeguarsi a delle normative europee, o moraleggiare, o fare del femminismo, varie ed eventuali. In questo caso, e non ce ne voglia il proponente, s'intravede un desiderio di risolvere un problema perlopiù ritenuto di arredo o di degrado urbano consistente appunto nella presenza delle prostitute nelle strade. Poi ci sbaglieremo, perché è vero, la proposta sfiora anche altri nodi: ma possiamo dire fa un po' ridere? Che pecca di ingenuità, a essere diplomatici? Ci sono tutta una serie di velleitari "decretini attuativi" che fanno pensare che non sia una cosa seria; sembra ignorare, tra l'altro, la proposta, che la maggioranza delle professioniste del sesso oggigiorno agisce negli appartamenti o in case private o in centri massaggi. Dopodiché l'idea rivoluzionaria, nella proposta, quale sarebbe? Che la prostituzione diventi "lecita e libera, a condizione che derivi da una scelta consapevole": peccato che in Italia è già così, la prostituzione è legale, benché non legalizzata. Si legge, ancora, nella proposta, che "le strutture in cui si esercita l'attività dovranno rispettare gli standard igienici". Davvero? Perché scriverlo, c'erano dubbi? Sulla "formazione obbligatoria per i lavoratori e le lavoratrici, inclusi corsi di igiene, sicurezza, primo soccorso e psicologia" viene il definitivo sospetto che abbiano scritto un po' a caso.

Anzitutto: i lavoratori (maschi) a chi si rivolgerebbero, alle donne o agli omosessuali? La legge propone una "età minima fissata a 21 anni e massima di 65 per poter esercitare la professione di sex worker", e anche qui: prostitute di 65 anni? Nessuna pensione anticipata per attività usurante? E l'età minima a 21 anni, ecco: perché proprio 21? Siano tornati al 1975? Perché non 20, o 22? Sanno che Ruby Rubacuori, a 21 anni, in pensione c'era da un pezzo? Troppo facile fare gli spiritosi, potremmo evitare, vero, ma una condizione: proponete delle leggi serie.

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