Roma L'Italia è penultima, fra i Paesi Ocse, sia nella classifica sulla competitività del sistema tributario nel suo complesso sia nella speciale graduatoria relativa alle tasse sulla proprietà. È quanto segnala Confedilizia, l'associazione dei proprietari immobiliari, citando l'International tax competitiveness index del 2016 stilato dalla statunitense Tax Foundation che analizza i trentacinque differenti sistemi fiscali dei Paesi Ocse misurandone, appunto, la competitività. I parametri di valutazione sono diversi riguardano la tassazione delle imprese, delle persone fisiche, dei consumi, della proprietà e dei redditi prodotti all'estero.
Nella classifica generale, riguardante la competitività del sistema fiscale nel suo insieme, l'Italia è collocata al 34simo posto, confermando la posizione dell'anno precedente. Il nostro Paese è penultimo in graduatoria anche nella speciale classifica riguardante le property taxes, ossia la tassazione del patrimonio immobiliare. Il risultato non sorprende, considerato che nel 2016 il Fisco ha incamerato 22 miliardi da Imu e Tasi, un dato consistente nonostante le agevolazioni concesse alla prima casa e che soprattutto fa risaltare ancor di più il confronto con il 2008 quando la sola Ici determinava un gettito di «soli» 9 miliardi. L'incremento del 145% circa in otto anni fa sì che l'Italia guadagni questa posizione poco commendevole.
«La maggior parte delle imposte patrimoniali - si legge nel rapporto del think tank statunitense - aumenta le distorsioni economiche e ha effetti di lungo periodo negativi sull'economia e sulla sua produttività». Secondo il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, «l'ipertassazione sugli immobili, che da ormai cinque anni caratterizza il nostro sistema tributario, ha causato effetti distorsivi sull'economia come mai in passato», poiché «il valore degli immobili è crollato distruggendo il risparmio di intere fasce di popolazione».
Il mercato immobiliare, prosegue Confedilizia si è fermato e inizia a recuperare qualche perdita solo grazie a mutui con tassi al minimo storico. I dati dell'Agenzia delle entrate sui primi nove mesi del 2016 evidenziano che l'aumento medio delle transazioni, superiore al 20%, è stato trainato dal bassissimo costo dei finanziamenti ma soprattutto dal tracollo delle quotazioni che dal 2007 hanno perso il 40% circa. Un'analisi della Bce ha rilevato come in Italia i prezzi degli immobili abbiano continuato a calare anche tra il 2014 e il 2016 quando nella maggior parte dei Paesi europei si registrava un rialzo. Nomisma stima un'ulteriore flessione dei prezzi (-0,8%) quest'anno e una sostanziale stabilità (+0,1%) nel 2018.
Questo trend è inevitabilmente legato alla pressione fiscale che si esercita sulla casa-. Spaziani Testa, pertanto, sollecita la classe dirigente italiana ad «aprire gli occhi» facendo propria la proposta di Tax Foundation: rendere deducibili dal reddito le imposte patrimoniali.
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