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L'ex toga attacca Salvini: "La mafia? Non si batte facendo foto a Corleone"

Intervistato da Radio Cusano Campus, l'ex giudice Giancarlo Caselli ha parlato della mafia come di una "questione nazionale. Salvini a Corleone il 25 aprile? Fa bene ad andarci, ma farlo il giorno della Festa della Liberazione è divisivo"

L'ex toga attacca Salvini: "La mafia? Non si batte facendo foto a Corleone"

"La mafia ha ripreso a sparare". Per combatterla "non basta fare un post con la foto del signore arrestato nel foggiano. Salvini a Corleone? Fa bene ad andarci, ma andarci il 25 aprile è divisivo, poteva scegliere un altro giorno". In un'intervista a Radio Cusano Campus, l'ex magistrato Giancarlo Caselli - Procuratore della Repubblica a Palermo tra il 1993 e il 1999 - ha parlato della mafia "che è tornata a sparare", rivolgendo a tutto il Paese un appello a "essere tutti uniti nel combatterla: altrimenti perdiamo". "Siamo indietro di 30 anni", le parole di Caselli, che ha anche chiesto ai partiti di mettere la mafia "al primo posto della propria agenda".

"Siamo tornati indietro di 30 anni, la mafia ha ripreso a sparare. Questa dovrebbe essere la prima questione nell'agenda di tutti i partiti, invece si sacrifica tutto sull'altare della sicurezza declinata sui migranti", la prima stoccata tirata da Caselli a Salvini. E poi: "Non basta fare un post con la foto del signore arrestato nel foggiano, oltretutto commentando queste foto con la richiesta di condanna all'ergastolo perché la pena di morte non c'è e allora ci si deve accontentare. Dobbiamo essere uniti nel combattere la mafia altrimenti perdiamo. Forse la politica non se ne occupa come dovrebbe perché è un tema che non porta voti". Quindi, rispondendo a una domanda sull'annuncio del ministro dell'Interno che celebrerà la Festa della Liberazione andando a Corleone, l'ex magistrato ha espresso i suoi dubbi: "Fa bene ad andarci, ma andarci il 25 aprile è divisivo, poteva scegliere un altro giorno".

Tema portante dell'intervista, come detto, la mafia. Che, in pochi giorni, è tornata a far parlare di sé con tre omicidi tra loro non direttamente collegati. Ma indice di una criminalità organizzata che è tornata ad alzare la testa. "La sequenza di fatti tra Napoli, Milano e Foggia deve farci riflettere. La mafia è una questione nazionale, una questione democratica. Ci si concentra esclusivamente su un certo tipo di sicurezza, che ha sicuramente la sua importanza, ma non si deve sacrificare tutto sull'altare del problema dei migranti, i poveracci che scappano dalla guerra e dalla fame. La sicurezza ha ben altre declinazioni: il crimine organizzato, la mafia, il salario, il lavoro, perfino la sicurezza alimentare", la riflessione dell'ex giudice, che ha definito la mafia "un sistema cancerogeno che attacca il nostro sistema, cerca di penetrare ovunque ci siano flussi di denaro, avvelenando l'economia legale e creando danni incalcolabili per lo Stato".

"Ci si può dividere su tutto, non sul contrasto della mafia", ha concluso Caselli.

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