
Cinque ore di faccia a faccia in procura per Maria Rosaria Boccia (foto), convocata a Roma dai pm che indagano su di lei dall'esposto con cui, a settembre scorso, l'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano l'aveva denunciata. Minaccia a corpo dello Stato, lesioni gravi e atti persecutori erano le contestazioni. Ma ieri il quadro delle accuse è cambiato a fine incontro: cade la minaccia a corpo dello Stato, che confluisce nello stalking, restano le lesioni e spuntano due nuove fattispecie: interferenze illecite nella vita privata e diffamazione. Inoltre, a Boccia vengono contestate anche false dichiarazioni nel curriculum di organizzatrice di eventi. La donna aveva scatenato contro Sangiuliano una offensiva social a fine estate in seguito a una mancata nomina a consulente del ministro per i grandi eventi, postando foto con l'uomo e mail riservate con gli uffici del ministero. L'affaire era sfociato in due inchieste: la prima vede indagato per peculato e violazione di segreto lo stesso Sangiuliano, che scontrini alla mano ha sostenuto di aver pagato di tasca propria ogni trasferta effettuata con Boccia. Anche sulla preziosa «chiave d'oro» ricevuta insieme alla cittadinanza onoraria dal Comune di Pompei, Sangiuliano ha chiuso i conti, scegliendo - pur sostenendo di non esserne più in possesso - di pagarne il controvalore (13mila euro) allo Stato, divenendone il legittimo proprietario, e stoppando le illazioni in merito fatte sui social dalla donna.
La seconda indagine l'ha innescata l'esposto di Sangiuliano contro la donna. Che ieri con il suo legale ha «risposto e circostanziato le risposte», ha spiegato l'avvocato mentre lei restava in silenzio. Boccia, quanto all'accusa di lesioni, avrebbe detto ai pm che Sangiuliano s'è procurato la grande e vistosa ferita in fronte, apparsa durante la trasferta dei due a Sanremo, tra 16 e 17 luglio dello scorso anno, cadendo. Ma su quella ferita, una perizia dell'anatomopatologo Vittorio Fineschi (già consulente della procura per il caso Regeni) conclude che lo sfregio non può essere frutto di una caduta ma dev'essere stato causato da un colpo inferto. E anche Boccia, nelle chat con il ministro, sembrava ammettere di esserne la responsabile: «Mi hai letteralmente mandato fuori di testa... mi hai fatto diventare una iena», scriveva. A settembre scorso, i carabinieri le avevano perquisito casa. E ora, a sei mesi dal via alle indagini, i pm romani l'hanno finalmente voluta vedere, per chiederle conto di quelle accuse in un lungo interrogatorio.
Un botta e risposta durato dalle 14 alle 19, nel quale la donna avrebbe negato gli addebiti ammettendo la relazione (spesso negata in tv). Che si è concluso, come detto, con una modifica delle accuse contestate alla donna che potrebbe preludere all'avviso di conclusione indagini.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.