Il caso Sangiuliano non incide: fiducia al governo

Il sondaggio dell'Istituto Piepoli dopo le polemiche sul caso e le dimissioni di Sangiuliano

Il caso Sangiuliano non incide: fiducia al governo
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La saga dei nostri sondaggi periodici si ripresenta aggiornata dopo la pausa estiva. In primo luogo, sono considerati gli eventi dei giorni scorsi, su cui prevale, oltre all'evento sportivo (il tennista Sinner che vince gli U.S. Open) un evento piuttosto raro in Italia: le dimissioni di un ministro, nella fattispecie il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, coinvolto in «fatti personali» sbandierati dai media in tutti i punti cardinali. Altri eventi, grandi e piccoli, interessano più o meno marginalmente l'opinione pubblica del nostro Paese. Qualche domanda in merito: Sangiuliano ha fatto bene a dimettersi? La risposta è quasi unanime nel «Sì», con una certa prevalenza per gli oppositori all'attuale governo. In ogni caso anche i «governativi» sono in netta maggioranza per il «Sì, ha fatto bene»; il successore del ministro Sangiuliano è stato scelto bene? La risposta dell'opinione pubblica, anche se non espressa, è positiva. Alessandro Giuli, il nuovo ministro della Cultura, ha una fiducia abbastanza elevata oltre che una conoscenza fuori dal comune presso l'opinione pubblica italiana. In particolare, la fiducia espressa in termini del 40% nel nuovo ministro della Cultura si avvicina all'accettazione dell'attuale presidente del Consiglio, rimasta invariata nel corso del mese sul suo abituale «43» come prima della pausa estiva. Quanto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, risulta in lieve calo, di un solo punto percentuale, nello stesso periodo. Sempre pensando alla gestione del potere, il governo Italiano è lievemente migliorato nell'ultimo mese come immagine: ciò significa che gli italiani pensano che il governo sa fare il proprio lavoro.

Un'ultima informazione rilevante riguarda le intenzioni di voto che confermano o disconfermano alcuni stereotipi: il governo è stabile nelle sue tre componenti base, anzi una di queste, la Lega, registra mezzo punto in più; l'opposizione al Governo è in discesa, perde circa un punto e mezzo rispetto alle rilevazioni precedenti e si manifesta «solida» soltanto nel Movimento 5 Stelle, probabilmente per lo scontro massmediologico tra Conte e Grillo. In definitiva, il governo risulta solidamente in sella e chi perde e l'opposizione. Un certo Giulio Andreotti, una vita fa, lo sosteneva attraverso uno slogan passato alla storia, «il potere logora chi non ce l'ha». In definitiva, in questo momento possiamo solo e soltanto dire che i numeri indicano una stabilità dell'opinione pubblica nei confronti dell'attuale sistema politico e quindi del governo.

Potrei aggiungere che tutte le volte che nel corso di questi anni è capitata una dimissione, più o meno voluta, di un ministro (circa 25

volte), i governi si sono rafforzati. La forza o meno di un governo non è data dalla presenza o meno di un ministro nella compagine governativa, è data dai concreti atti di governo tendenti a creare benessere per i cittadini.

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