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Il caso Soumahoro a parti invertite

Lacrime, sceneggiate, stivali verdi da bracciante, la solita autoanalisi della sinistra afflitta e contrita.

Il caso Soumahoro a parti invertite

Lacrime, sceneggiate, stivali verdi da bracciante, la solita autoanalisi della sinistra afflitta e contrita. La brutta vicenda legata alla coop di famiglia del parlamentare Aboubakar Soumahoro si sdoppia in uno psicodramma che viaggia in parallelo con una Procura, quella di Latina, decisa ad andare fino in fondo su accuse di irregolarità e sfruttamento di poveri lavoratori stranieri.

Sul piano giudiziario, visto con l'ottica garantista, c'è soltanto da lasciare operare in tranquillità i magistrati senza sollecitare o auspicare svolte clamorose. Dal punto di vista politico c'è poco da aggiungere alla figuraccia irrimediabile dell'ex sindacalista di colore, rivelatosi un opportunista lambito da tutti i fenomeni negativi legati allo sfruttamento degli immigrati. Proprio lui che ha costruito la sua resistibile carriera di paladino dei migranti su delega della solita sinistra chic e annoiata che ha costruito in salotto un anti-Salvini da erigere a esempio di disinteresse e virtù.

Forse è stata questa gogna, realizzata da Soumahoro con le sue stesse mani, a placare la sete giustizialista. Il volto nuovo del Parlamento che cade un mese dopo l'elezione, di fatto è già condannato dalla corte dell'opinione pubblica. Il Palazzo ha digerito negli anni ogni tipo di personaggio che pareva irresistibile, figurarsi un parvenu come Aboubakar.

Il dibattito sereno su guai giudiziari o paragiudiziari è senz'altro un grande segno di maturità generale. E va dato atto al centrodestra, che predica il garantismo come elemento fondante del suo Dna, di avere censurato l'esponente verde sul piano dei comportamenti pubblici senza invocare giri di manette o decadenza del seggio per indegnità. L'onorevole Soumahoro può restare tranquillamente al proprio posto e proseguire l'attività parlamentare in attesa degli sviluppi del caso.

Non occorre tuttavia una fantasia sfrenata per immaginare un caso analogo a parti invertite, con un esponente del centrodestra sfiorato da analoghe vicende penali e familiari. Il tribunale mediatico avrebbe già issato le ghigliottine con lo stesso spirito con cui gli allora ministri Federica Guidi e Maurizio Lupi furono giustiziati e costretti a dimettersi sull'onda di uno spirito giacobino che ingigantì episodi marginali alla stregua di reati da galera. Guarda caso nei confronti di due esponenti moderati di un governo di sinistra.

Le anime belle alla Soumahoro, che predicano fratellanza solo all'interno della stessa compagnia di giro, sono le stesse che hanno invocato provvedimenti per la figlioletta del premier Meloni al seguito della mamma al G20 di Bali e per le accelerate del figlio di Salvini sulla moto d'acqua della Polizia. Qualcuno è ancora convinto che i valori si annidino soltanto da una parte mentre l'altra diventa il ricettacolo di fascisti, evasori e ladri da fermare preventivamente per il bene superiore della società. La loro.

Sempre più lunare e sempre più irriconoscibile per milioni di elettori normali.

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