All'indomani del primo attentato di matrice islamica che nel 2016 sconvolse un mercatino di Natale nel centro di Berlino, i politici assicurarono che mai il terrorismo avrebbe cambiato il modo di vivere dei tedeschi. Non ci faremo intimidire, non cambieremo il nostro modo di vivere e le nostre tradizioni, dicevano con ferma retorica. A quasi dieci anni di distanza da quell'attentato, il Natale 2025 presenta il conto.
Letteralmente. Perché le promesse di resilienza pronunciate con solennità istituzionale cedono di fronte a una prosaica, inesorabile realtà economica. L'impatto del terrorismo sulla quotidianità non si manifesta tanto attraverso una capitolazione ideologica, bensì mediante un'erosione finanziaria che rende insostenibile la celebrazione stessa delle tradizioni che si proclamava di voler difendere a ogni costo.
Overath, municipalità della Renania Settentrionale-Vestfalia, rappresenta l'emblema di questa contraddizione. L'appuntamento attorno alla chiesa parrocchiale di St. Walburga, radicato nell'immaginario collettivo locale come rito immancabile del primo fine settimana d'Avvento, quest'anno non avrà luogo. Nessuna luminaria a rischiarare le serate invernali, nessuna fragranza di vin brulé a permeare l'atmosfera, nessuna bancarella a offrire rifugio conviviale dal gelo. La ragione dell'annullamento non risiede in una minaccia concreta né in un divieto delle autorità, ma nell'impossibilità di sostenere l'oneroso dispositivo di protezione divenuto imprescindibile. D'altronde, a Magdeburgo, gli organizzatori del mercatino che fu teatro di un grave attentato lo scorso anno rischiano di finire sotto inchiesta per negligenza nella sicurezza, e ora nessuno vuol correre rischi.
L'associazione preposta alla promozione commerciale di Overath si è trovata a fronteggiare un'escalation dei costi. L'investimento necessario per garantire transenne, personale addetto alla vigilanza e tutte le componenti del sistema difensivo ha raggiunto la cifra considerevole di quasi ventimila euro. Così il presidente dell'associazione ha dovuto prendere atto dell'impraticabilità finanziaria dell'evento.
La questione assume sfumature giuridiche che aggravano ulteriormente la situazione. Una pronuncia del tribunale amministrativo berlinese ha stabilito che tali spese non possono essere trasferite sulle spalle degli organizzatori privati, identificando invece nell'ente pubblico il soggetto tenuto ad assumerle. Si configura così una zona grigia della governance, dove le dichiarazioni di principio si scontrano con i vincoli di bilancio e le competenze sfuggono in un rimbalzo di responsabilità.
A Kerpen, sempre nella medesima regione, si è optato per una soluzione che testimonia quantomeno creatività. La tradizionale manifestazione natalizia muta denominazione, trasformandosi in Genussmarkt im Advent, più o meno "mercato delle delizie dell'Avvento", un mercatino che, grazie a questa riqualificazione semantica, può beneficiare di requisiti di sicurezza meno stringenti e quindi comportare costi sostenibili.
Pesa anche la crisi economica che sta prosciugando i bilanci comunali, e alcuni mercatini sono ancora in forse anche in grandi città: non solo a Berlino, dove negli ultimi anni per ragioni turistiche si erano moltiplicati oltremisura, ma anche ad Amburgo, Dortmund e Rostock. Tuttavia è un dato di fatto che le società occidentali si trovano a confrontarsi con costi nascosti del terrorismo che si propagano ben oltre l'impatto immediato degli attentati.
La metamorfosi imposta dalle esigenze di sicurezza ridefinisce silenziosamente il tessuto delle tradizioni comunitarie: quando non attraverso una negazione ideologica, mediante un'insostenibilità pratica che produce gli stessi effetti.