Abusi, non conta il tempo di reazione

La Cassazione sul caso della hostess

Abusi, non conta il tempo di reazione
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Il «ritardo nella reazione» della «vittima», cioè «nella manifestazione del dissenso», è «irrilevante» ai «fini della configurazione della violenza sessuale»: il reato c'è in ogni caso. Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni della sentenza, depositate il 13 giugno, con cui l'11 febbraio scorso ha disposto un processo d'Appello bis sul caso della hostess che ha denunciato un ex sindacalista di Malpensa. Si tratta dell'ormai celebre vicenda dei «20-30 secondi» impiegati dalla donna per dire «no» agli abusi sessuali messi in atto - è l'accusa - dal collega. L'ex sindacalista è stato assolto sia in primo sia in secondo grado.

Ora la Suprema corte, su ricorso del sostituto pg di Milano Angelo Renna, cancella con rinvio l'assoluzione. «La giurisprudenza è netta - scrivono i giudici della Terza sezione (presieduta da Giulio Sarno) - nel ritenere che sia irrilevante, ai fini della configurazione della violenza sessuale, la reazione della vittima, perché la sorpresa può essere tale da superare la sua contraria volontà, così ponendola nell'impossibilità di difendersi». La hostess, parte civile con l'avvocato Teresa Manenti, nel 2018 si era rivolta all'imputato «per esporre un problema di lavoro». In ufficio, dopo aver chiuso la porta, l'uomo avrebbe cominciato a massaggiarla, poi a toccarla nelle parti intime fino ad arrivare al seno e agli slip. Dopo alcuni secondi la donna si è ribellata e quindi lui - è la difesa - non si poteva rendere conto prima del mancato consenso. Le due sentenze pronunciate, dice però la Cassazione, non hanno «fatto buon governo dei consolidati principi affermati dalla giurisprudenza in materia di violenza sessuale, con riferimento alla specifica ipotesi della condotta del gesto repentino o insidioso». Ancora: «Il ritardo nella reazione, dunque, cioè nella manifestazione del dissenso, è stato irrilevante avuto riguardo al contesto».

Inoltre «nella letteratura scientifica è spiegato il fenomeno del blocco emotivo o freezing, cioè l'incapacità di reazione dovuta alla paura o al frastornamento per l'imprevedibilità della situazione e l'incapacità di fronteggiarla». Infine: non esiste «un modello di reazione o un modello di vittima».

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