"Cautela", "Legittimo". Governo diviso sull'Ucraina nell'Ue

Forza Italia frena sull'adesione dell'Ucraina all'Unione europea: "Sarebbe controproducente". Salvini: "Bisogna essere cauti, prudenti e ragionevoli". Invece Di Maio apre: "La richiesta è legittima"

"Cautela", "Legittimo". Governo diviso sull'Ucraina nell'Ue

Il governo italiano si divide sulla richiesta dell'Ucraina di fare ingresso nell'Unione europea. Nel pomeriggio di oggi il presidente Volodymyr Zelensky ha firmato la richiesta ufficiale di Kiev di aderire all'Ue, con il sollecito ad avviare una procedura speciale. Ma sono bastate poche ore per far emergere le diverse sensibilità che caratterizzano l'esecutivo guidato da Mario Draghi. Da una parte c'è chi apre con totale convinzione; dall'altra c'è chi invita a una attenta valutazione e sottolinea i rischi che potrebbero essere innescati in seguito a una decisione del genere.

Governo italiano diviso

A prendere una posizione di cautela è stata Licia Ronzulli: la vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato ha rimarcato che insistere adesso con questa richiesta, durante la negoziazione della pace con la Russia, "rischia di passare per una provocazione e ciò sarebbe senza dubbio controproducente". Dunque "prima si risolva il conflitto e si ristabilisca la pace".

Sulla stessa linea Matteo Salvini, che ha chiesto a tutti di procedere con grande ponderazione nel processo decisionale su questo fronte: "Bisogna essere cauti, prudenti e ragionevoli". Il timore è che l'ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea possa finire per infuocare ulteriormente i conflitti con la Russia, con l'ombra di conseguenze per l'intero Occidente.

"Tutto quello che avvicina la pace va accelerato, tutto quello che non la avvicina va ben calibrato", ha dichiarato il leader della Lega. Ad andarci piano è anche Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico, secondo cui il tema dell'adesione "richiede tempo" poiché "non è per oggi né per domani".

Invece Luigi Di Maio si è espresso chiaramente a favore della richiesta di Kiev: il ministro degli Esteri crede che la sollecitazione di ingresso nell'Ue "sia legittima". Il titolare della Farnesina ha ribadito il totale sostegno all'integrità territoriale e alla sovranità dell'Ucraina, schierandosi totalmente dalla parte della popolazione che per il momento sta resistendo: "Loro non stanno difendendo solo il loro Paese. Loro sono una resistenza europea che sta difendendo le nostre democrazie rispetto ai metodi inaccettabili di Putin".

Il voto al Parlamento Ue

Tuttavia una doccia fredda è arrivata dagli ambienti della stessa Unione europea. Josep Borrell, l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera, ha detto a chiare lettere che l'adesione dell'Ucraina non è assolutamente all'ordine del giorno: "Dobbiamo lavorare su cose più pratiche. L'adesione è qualcosa che richiederà, in ogni caso, molti anni e dobbiamo fornire una risposta per le prossime ore".

Il tema comunque è sul tavolo, anche se a oggi manca ancora il sì unanime dei Paesi membri. A confermarlo è stato Charles Michel, presidente del Consiglio europeo: "Ci sono opinioni e sensibilità diverse all'interno dell'Ue su un allargamento". Netta la presa di posizione della Germania: "Tutti siamo consapevoli che un'adesione all'Ue non è qualcosa che si possa fare in alcuni mesi". Il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha fatto notare che un obiettivo del genere "si porta dietro un profondo e intenso processo di trasformazione".

Domani il Parlamento europeo potrebbe pronunciarsi su una risoluzione che invita le istituzioni dell'Unione europea ad adoperarsi per concedere all'Ucraina lo status di candidato all'Ue, "in linea con

l'articolo 49 del trattato sull'Unione europea e sulla base del merito". Nel frattempo si intende continuare a lavorare per la sua integrazione nel mercato Ue "sulla falsariga dell'Accordo di Associazione".

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