Il Cav e la Meloni aprono l'agenda "Subito il vertice con tutti gli alleati"

Il pranzo a Roma con la presidente di Fdi. Alle elezioni ognuno con il proprio simbolo

Il Cav e la Meloni aprono l'agenda "Subito il vertice con tutti gli alleati"

Il centrodestra torna a riannodare i fili e riprende a lavorare nella sua formazione tipo. Dopo l'ultimo incontro dello scorso 17 maggio - un vertice dei tre leader che non produsse grandi risultati - Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni tornano a vedersi. Lo fanno in un pranzo informale e riservato a Villa Grande, alla presenza della sola Marta Fascina. Un'occasione di dialogo in un clima definito da entrambe le parti come molto cordiale che serve soprattutto a rompere il ghiaccio e a preparare il terreno per il lavoro vero e proprio su programma, regole di ingaggio e candidature. Dopo i giorni frenetici che hanno portato alla caduta del governo Draghi e alla accelerazione finale verso le elezioni, fissate per il prossimo 25 settembre, dalla prossima settimana si inizierà a fare sul serio.

Il presidente di Forza Italia, il segretario della Lega e la presidente di Fdi sono pronti a ridare forma a una coalizione che negli ultimi mesi, soprattutto all'indomani della rielezione di Sergio Mattarella, ha vissuto di alti e bassi, con una separazione non solo formale tra centrodestra di governo e di opposizione. Ora però non è più tempo per i distinguo e per la ricerca del consenso in solitaria. Ieri Berlusconi e Meloni hanno ricominciato a parlarsi personalmente - si erano sentiti al telefono subito dopo la caduta del governo Draghi - a guardarsi negli occhi, partendo dal presupposto che la campagna elettorale è breve, ci sono 70 giorni per raggiungere un grande obiettivo: vincere e costruire un governo di centrodestra serio e coeso. Una necessità che entrambi hanno espresso con convinzione,

Nell'incontro di ieri Berlusconi ha ribadito che ogni partito dell'alleanza di centrodestra si presenterà al voto con il proprio simbolo. Non ci saranno quindi liste uniche Lega-Forza Italia. Sul tavolo resta il nodo delle liste, a cominciare dalla ripartizione dei collegi uninominali. Lega, Forza Italia e i centristi Udc e Noi con l'Italia ipotizzano la quota del 33%, ma la leader di Via della Scrofa vuole far valere la regola adottata fino ad ora, secondo la quale le liste si fanno tenendo conto dei sondaggi. Quello di oggi potrebbe essere l'ultimo summit a casa Berlusconi, visto che Giorgia Meloni chiede da tempo di incontrare gli alleati in una sede istituzionale, un luogo neutro che non sia Villa Grande, Arcore o Villa La Certosa. Il Cavaliere ieri ha ribadito che per lui non c'è alcun problema a vedersi a Montecitorio o a Palazzo Madama. E probabilmente sarà in uno di questi due palazzi che i leader del centrodestra si vedranno nei primi giorni della prossima settimana.

Quel che è certo è che Berlusconi - ripartito in serata per la Sardegna - è pronto per il suo ennesimo ritorno in campo. Il desiderio non troppo nascosto è quello di candidarsi al Senato per tirare la volata a Forza Italia in prima persona.

Come eurodeputato in carica poi avrà 30 giorni per scegliere se restare a Bruxelles o tornare su quegli scranni da cui venne escluso con un voto che tanto fece discutere. Antonio Tajani d'altra parte non ha dubbi: «Berlusconi è in formissima, sta come un grillo. Si candida certamente in Senato».

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