Il Cav al Famedio, grande tra i grandi

Ieri la cerimonia al Monumentale. Il fratello Paolo: "Un onore reciproco per lui e la città"

Il Cav al Famedio, grande tra i grandi
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«Non ti curar di loro, ma guarda e passa». Il fratello Paolo prende a prestito le parole di Dante per commentare le firme raccolte fino all'ultimo dagli odiatori di Silvio Berlusconi per bloccare l'iscrizione del suo nome nel Pantheon di Milano. Missione fallita. Sono arrivati a 38mila, tra le voci più astiose quella di Federica Borrelli, figlia dell'ex capo del pool di Mani Pulite Francesco Saverio. E invece da ieri mattina il Cav è iscritto per sempre sulle pareti del Famedio del Cimitero Monumentale di Milano, nel tempio che ospita i resti di Alessandro Manzoni e Salvatore Quasimodo e sui muri sono scolpiti anno dopo anno i «cittadini illustri». «Silvio era un uomo buono, giusto e generoso, e soprattutto aveva dentro tanto amore. Il rancore e l'invidia sono manifestazioni di meschinità e fonte di odio, non meritano» commenta al termine della cerimonia Paolo Berlusconi, che tiene a sottolineare come l'iscrizione sia «un onore reciproco. È un onore per mio fratello essere ricordato in questo tempio e per Milano che ha avuto in lui un imprenditore visionario, un uomo di sport che ha ridato alla città il lustro che si meritava, un uomo di governo, uno statista che si è fatto conoscere e amare in tutto il mondo». Come testimoniano anche le migliaia di firme raccolte dal Giornale nelle scorse settimane per difendere il tributo. Non erano presenti i figli ma gli amici di una vita, Marcello Dell'Utri, Fedele Confalonieri, Adriano Galliani, tanti «colonnelli» di Forza Italia, da Matteo Perego di Cremnago a Licia Ronzulli, Alessandro Cattaneo, Melania Rizzoli, Giulio Gallera, Gianluca Comazzi, Alessandro De Chirico che da capogruppo Fi in Comune aveva depositato la candidatura del Cav, votata all'unanimità dalla Commissione bipartisan. Anche dalla presidente Pd Elena Buscemi che ieri sul palco ha voluto rimarcare che «il segno lasciato dalla sua personalità, tanto apprezzata quanto criticata, rimane nella storia di Milano e dell'Italia». Parole che sono suonate stonate, lo sottolinea all'uscita Dell'Utri: «Anche Cavour, Mazzini, Manzoni sono stati criticati. Non vuol dire nulla, uno nella vita fa cose buone e meno buone. La vita è una sola, quindi bellezza, ombre, luci ma la bellezza rimane. È un giorno speciale, lasciamo stare discorsi peregrini».

È il giorno della festa per il Cav e altri tredici nuovi iscritti, tra gli altri la «regina di stile» Marta Marzotto (presente alla cerimonia il figlio Matteo), l'ex sottosegretario Ombretta Carulli Fumagalli, prima donna in Italia a ricoprire la cattedra universitaria di diritto canonico all'Università Cattolica, il chitarrista jazz Franco Cerri. Anche il sindaco Beppe Sala getta acqua sulle polemiche e difende la scelta: «Dispiaciuto per le firme contro? Ne prendo atto, i cittadini hanno diritto a manifestare il loro pensiero, ci mancherebbe, e le istituzioni hanno il dovere di decidere. Io difendo la scelta, è stato giusto. Berlusconi è stato una figura molto amata e molto criticata, è una realtà storica ed è inutile far finta di niente, ci sono cose della sua storia discutibili e le ho sottolineate tante volte. Ma ha lasciato un segno importante nella storia di Milano, e questa è la verità. Ha creato tante occasioni di lavoro per tanti, questo per me è importante». Non ha bisogno di ricordare la creazione di Milano 2, della prima tv commerciale, i 29 trofei conquistati dal Milan sotto la sua presidenza, i 3.339 giorni a capo del Governo (un record di longevità tra i premier). Nel suo discorso lo celebra come «uno dei protagonisti della vita industriale, politica e sportiva del nostro Paese».

E ricorda che al Famedio vengono iscritte le «personalità che hanno contribuito alla trasformazione di Milano, nel tentativo di migliorare la vita della comunità. Tornarci è una continua fonte di ispirazione, della quale abbiamo un grande bisogno soprattutto in una fase storica così complessa».

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