Luca Fazzo
Milano Prima dell'estate Silvio Berlusconi potrebbe tornare ad essere un protagonista a pieno titolo della vita politica, non solo come leader di Forza Italia ma anche come figura istituzionale, da una carica di ministro ad una candidatura in eventuali elezioni suppletive. Il tribunale di sorveglianza di Milano si appresta a fissare infatti l'udienza in cui verrà valutata la richiesta di riabilitazione presentata il 12 marzo da Berlusconi attraverso i suoi legali. Se accolta, l'istanza del Cavaliere lo riporterebbe allo status di incensurato e farebbe cessare immediatamente gli effetti nei suoi confronti della legge Severino, in base alla quale venne estromesso dal Senato dopo la condanna definitiva nel processo per i diritti tv.
La presentazione dell'istanza era stata anticipata nei giorni scorsi da Vittorio Sgarbi durante una trasmissione e viene confermata ieri dal Corriere della sera. In base all'articolo 179 del codice penale, trascorsi tre anni dall'espiazione della pena, il condannato può chiedere la riabilitazione nel caso «abbia dato prove effettive e costanti di buona condotta». Proprio questa circostanza viene sottolineata nell'istanza firmata da Niccolò Ghedini e Franco Coppi, legali dell'ex premier, che è ora sul tavolo di Giovanna Di Rosa, presidente del tribunale di sorveglianza di Milano. Nei prossimi giorni verrà fissata la data della camera di consiglio (non si tiene un'udienza vera e propria) che, visti i tempi medi di attesa, non dovrebbe tardare più di tre mesi.
Il percorso però non si annuncia privo di insidie. Il primo passo dei giudici sarà chiedere ai carabinieri una relazione sul cittadino Berlusconi: frequentazioni, tenore di vita, e quant'altro di prammatica, e qui non ci sono problemi. Ma il tribunale acquisirà anche il certificato dei carichi pendenti, nel quale appariranno ovviamente i processi in corso a carico del Cavaliere per corruzione in atti giudiziari, ultime conseguenze dell'interminabile caso Ruby. Di per sé, l'esistenza di altri processi ancora aperti non impedisce - secondo l'orientamento sia del tribunale di Milano che della Cassazione - che venga concessa la riabilitazione. Ma è ovvio che questi strascichi potranno condizionare la decisione finale.
Il tribunale potrebbe già decidere al termine della camera di consiglio prima delle ferie, o rinviare per approfondire: soprattutto se nel frattempo arrivassero memorie integrative dalla difesa di Berlusconi (che al momento non è intenzionata a farlo) o dalla Procura generale. Proprio l'atteggiamento della Procura, che rappresenta l'accusa, è al momento l'incognita principale.
Quando Berlusconi chiese lo sconto di 45 giorni del suo affidamento ai servizi sociali, la Procura si oppose ma il tribunale glielo concesse ugualmente, dandogli atto di avere tenuto (dopo una intemperanza verbale verso la magistratura, di cui si era subito scusato) un comportamento «irreprensibile sotto ogni punto di vista».Ora la speranza del Cav è che la scena si ripeta. Anche perché di una sentenza della Corte di Strasburgo, cui pure si è rivolto, per ora non c'è avvisaglia.
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